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domenica 27 marzo 2011

Indegni di considerazione #10

Leggete qua. Forse il signor Stiffoni ha ragione: il freddo non fa mai bene alle funzioni corporee. Nel suo caso potrebbe aver danneggiato irrimediabilmente il cervello.

domenica 2 novembre 2008

Sciur padrun

Che quelli della Lega Nord appartengano ad una genia da deportare in qualche isola del Pacifico credo sia noto ad ogni persona che possegga un minimo di ragionevolezza. Non dovrebbe dunque sorprendere se tale gentaglia propone ottuse graduatorie, tagli celtici e privilegi ariani che discriminano tutto ciò che esula dalla Padania. Il fatto sorprendente è, semmai, che qualcuno al governo possa ascoltarli e far approvare emendamenti assurdi come quello passato qualche settimana fa. Il primo ottobre infatti i deputati leghisti Bonino, Caparini, Fedriga e Munerato – che, per inciso, evito di chiamare onorevoli – hanno fatto approvare presso una seduta della commissione Lavoro un sub-emendamento, il 37.2, che modifica in peggio il criterio della territorialità per i concorsi pubblici.

Una postilla appena, ma capace di provocare un travaso di bile a quanti hanno sputato sangue sui libri per acquisire una formazione degna di tale nome. "I bandi stabiliscono che nella formazione delle graduatorie non si tenga conto del punteggio del titolo di studio".

Avete letto bene: “…non si tenga conto del punteggio del titolo di studio”. Vale a dire che a parità di titolo di studio un novanta ottenuto a Milano o a Torino potrà valere più di un centodieci e lode di Catania, di Palermo o di Bari. Viene premiata l’anagrafe, non la bravura. Un provvedimento becero che demolisce il concetto di meritocrazia e butta alle ortiche tutti i discorsi demagogici fatti dal ministro Gelmini in tema di scuola ed educazione. Ragionevole il criterio della territorialità a parità di punteggio, ma un emendamento simile è un insulto ai principi su cui dovrebbe essere fondato il mondo del lavoro e un’intera società che si definisca civile. Addio meritocrazia, grazie ancora, Lega.

Mi piacerebbe sapere infine qual è la posizione del partito di Lombardo, governatore di Sicilia, il partito del dividere per unire. Chissà cosa dice il Movimento per l’Autonomia che per opportunismo politico è stato compagno di merende della Lega Nord svendendo così la dignità dei siciliani… Io non ho ancora sentito niente. E voi?

martedì 14 febbraio 2006

Un episodio che merita un post. O forse no

Sollevato del fatto che un blog non debba tener conto della par condicio mi accingo a scrivere di getto questo acido appunto...Incredibile come l'opportunismo politico di certa gente possa superare ogni dignità. Sempre che dignitoso possa essere un aggettivo utilizzabile in politica.

Roberto Calderoli, ministro leghista.
Invitato da Raffaele Lombardo.
A Catania.

AL SUD





Non credo ai miei occhi e mi vergogno anche per i presenti a questa scenetta degna del più greve avanspettacolo. Come si può non solo accettare nella propria terra, ma addirittura invitare alla propria convention di partito un uomo appartenente ad una formazione politica dalle cui fila sono sempre partiti gravissimi insulti nei confronti del Sud e della sua gente? Come si può calpestare fino a questo punto la dignità di un popolo per un pugno di voti?

Faceva impressione vedere Calderoli fare contrito auto-da-fé sui motteggi e sugli insulti che la Lega ha per anni tributato a noi terroni, e faceva ancora più impressione vedere Lombardo che sorrideva sornione e applaudiva soddisfatto - cosa non si fa per una poltrona. Calderoli è un leghista, una delle peggiori genie di cui l'Italia odierna è infestata: è gente marcia dentro, che sfrutta il malcontento della popolazione e cavalca selvaggiamente l'onda lunga del populismo a proprio vantaggio più di tanti altri partiti. E' gente che vuole bruciare il tricolore, è gente che vuole riaccendere i forni crematori, è gente che vuole bombardare le barche dei clandestini, è gente che fomenta la xenofobia, è gente che si dovrebbe combattere e che si dovrebbe ridurre alla non-azione...

E' gente pericolosa.

E allora devo forse pensare che anche in Sicilia - nella mia amata odiata Sicilia - esistano così tante persone rozze, incivili, populiste, xenofobe e anti-storiche da poter trovare rappresentanza in un partito politico simile alla Lega Nord che chiede l'autonomia da Roma ladrona? E' il principio cardine dell'economia stravolto ad usum delphini: in questo caso non è la domanda a creare l'offerta, ma il suo esatto contrario. Si crea un partito politico e poi si convince il cittadino, orfano d'ideali e sempre più incazzato col mondo, che l'unica speranza per la propria terra sia l'indipendenza... Dimenticando forse che la Sicilia è già una regione a statuto speciale e che gode di una certa indipendenza dal governo centrale: una regione dello "Stato Italiano" dove incerta e labile è la presenza dello Stato e dove crescono sempre più rigogliose le connivenze tra mafia, politica ed affari. D'altronde non dovremo convivere con la mafia, come diceva un uomo illuminato quale il ministro Lunardi? Perché tanto lui la mafia non la sente alitare sul collo tutti i giorni, non vede la cappa asfissiante che opprime i siciliani, non vede che alcuni suoi colleghi in Parlamento sono stati eletti grazie ai voti di scambio per curare esclusivamente gli interessi di famiglie mafiose...

Questo accade già all'interno dello "Stato Italiano": e siamo proprio certi che una supposta indipendenza migliorerà le cose? Io dico di no. Anzi.

Ma forse farnetico e mi pongo problemi inutili: c'è solo una cosa che accomuna Calderoli a Lombardo. Non gli ideali. Non la volontà d'azione. Non il programma politico. C'è solo una cosa che accomuna questi due uomini così come ogni uomo che aspiri a fare politica: ma l'ho già detto troppe volte su questo blog per ripeterlo ancora.

lunedì 19 dicembre 2005

Facciamoli verdi

Non facciamone una vittima per favore. Martire semmai, testimone della propria delirante fede fino all’estremo sacrificio di un naso rotto. Mario Borghezio, europarlamentare della Lega Nord e' stato aggredito sul treno di ritorno dalla manifestazione "No Tav" (ANSA, 17/12/05, 20:54). Ricordo ancora quando Borghezio presiedeva le ronde padane contro gli immigrati, o quando invitava a "pisciare sul terreno in cui sarà costruita una moschea", o quando aveva disinfettato i sedili del treno su cui si erano sedute alcune prostitute nigeriane, o quando nel '93 era stato multato di 750.000 lire per aver picchiato un bimbo marocchino. Un uomo nato in seno ad uno dei partiti più populisti e pericolosi d’Italia, lo stesso partito di gente che sputava sul tricolore (Umberto Bossi, prima che la malattia lo rendesse un triste feticcio sbandierato senza pudore dai suoi verdognoli accoliti), di gente che invitava a bombardare le navi dei clandestini (sempre Bossi), di gente che invocava la riaccensione dei forni crematori (Piergiorgio Stiffoni)… E potrei continuare ancora per molto.

Non facciamone una vittima. Borghezio ha sempre soffiato sul fuoco dell’odio alimentando con le sue bordate fondamentaliste il giusto risentimento e la rabbia di molti italiani: era la naturale conseguenza delle cose che un fatto simile sarebbe prima o poi avvenuto. Poverello, bisognava vederlo con quale moderazione rispondeva alle domande del pennivendolo di turno riguardanti l’aggressione. Pacato, tranquillo, finalmente con un collare che sembrava fare da pendant con certi suoi discorsi – in effetti all’accessorio canino sarebbe stato più opportuno un basto asinino, ma tant’è. Bisognerebbe romperglielo più spesso il naso, qualora ciò produca questo interessante effetto collaterale… Chiaramente questa è una provocazione. Non sto invitando nessuno a picchiare i leghisti o chiunque altro non la pensi come noi, anche se a volte la tentazione è forte. Atti simili, perfettamente comprensibili, si ritorcono contro chi li ha fatti a causa della popolarità e della posizione dell’aggredito: tutti condanneranno giustamente l’accaduto, ma in pochi si chiederanno il perché ciò sia avvenuto. Aggredire verbalmente questa gente e distruggere con una tromba d’aria di parole quella ridicola accozzaglia di luoghi comuni, ignoranza e frasi fatte che rappresenta l’ideologia leghista è invece la mossa vincente. Perché rompere il naso a qualcuno non servirà a nulla: soprattutto a Borghezio, che è un uomo tutto d’un pezzo.

Di cosa aggiungetelo voi.