lunedì 22 maggio 2006

Il ponte mi sta Stretto

Polemiche, polemiche, polemiche. Basta lo sconfinamento di un neo-ministro su temi che per competenze, provenienza geografica e formazione lo riguarderebbero direttamente e subito giù polemiche. Di Pietro ha mostrato di non gradire affatto i commenti del suo collega ai Trasporti, il calabrese Bianchi, riguardanti la fattibilità e l’opportunità del ponte sullo Stretto di Messina. Bianchi, colpevole solo di aver avanzato le istanze di chi lo aveva eletto. Più che del ponte dovremmo piuttosto discutere di infrastrutture siciliane in generale.

Possiamo anche fare il ponte, possiamo pure attraversare lo Stretto in undici minuti (secondo le stime di fattibilità), tutti contenti di non aspettare sotto il sole un traghetto che non arriva mai… e poi? Lo sfacelo assoluto. Se non abbiamo ferrovie degne di questo nome, se in alcune zone della Sicilia abbiamo ancora le littorine, se per andare a Trapani da Modica con il treno impieghiamo almeno diciotto ore, se la velocità media registrata dai treni siciliani è di sessantaquattro chilometri orari e cioè la stessa velocità con cui il treno a vapore percorreva nel 1834 la tratta Napoli – Portici…

Se le nostre strade versano in uno stato pietoso, se le autostrade sono poche, se la Siracusa - Gela è in costruzione dagli anni cinquanta e sono in esercizio solo una manciata di chilometri, se la mafia (o governo regionale che dir si voglia) necessita di quattro anni per costruire un raccordo di venticinque chilometri tra Siracusa e Catania, se la Palermo – Messina (inaugurata tre volte) è stata costruita in 36 anni al ritmo di cinque chilometri all’anno e finora è in esercizio un solo senso di marcia, se persone come Riccardo Minardo basano la propria campagna elettorale sul raddoppio della Ragusa-Catania e poi vedi che i cantieri aperti su quella strada sono solo per sostituire i guard-rail malandati, se le nostre infrastrutture sono così vecchie, scassate, incomplete, carenti, ma cosa pensate che possiamo farcene di un ponte ipermegagalattico?

Qualcuno potrebbe dire che il mio è mero populismo verbale e potrebbe citare la legge Bassanini secondo cui le infrastrutture della Regione competono al governo regionale e non allo Stato italiano. Il ponte sullo Stretto sarebbe invece un’opera di competenza dello Stato in quanto opera di interesse nazionale, anzi, in questo caso sovranazionale, essendo stata inserita nell’elenco delle infrastrutture atte a creare nuove assi di comunicazione di livello europeo. A parte il fatto che l’esistenza della legge Bassanini non implica che lo Stato italiano se ne debba sbattere le palle di quello che fanno le regioni, e a parte il fatto che ogni senatore o deputato che sia presenta al Parlamento nazionale la più piccola trazzera di campagna come se fosse l’arteria di comunicazione più trafficata dell’universo, in questo caso la legge Bassanini non ha alcuna ragione per essere applicata.

Se è vero che il ponte è una infrastruttura di interesse europeo, è altrettanto vero che l’interesse dell’Europa non si fermerà a Messina: dal 2010 infatti la Sicilia diventerà area di libero scambio per tutti i paesi del Mediterraeo. Ecco che le infrastrutture siciliane non interessano più solo ai siciliani e alla regione Sicilia ma diventano di fondamentale importanza per l’intera Europa.


Ecco perché il ponte diventa l’ultimo dei nostri pensieri.

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