mercoledì 11 gennaio 2006

La meravigliosa storia di un'autostrada

Ritorno finalmente nella mia città d’adozione dopo stressanti vacanze di Natale in casa… E vi ho detto tutto. Percorro in autobus i centoventi chilometri circa che separano la mia città, Modica, da Catania, la città in cui abitualmente vivo.

Due ore.

Due ore di traffico estenuante, di camion tartaruga in fila sull’unica corsia disponibile, di sorpassi azzardati e cantieri infiniti. Due ore di sussulti e cambio gratta-gratta, motori imballati e frenate improvvise… È dura la vita del pendolare costretto agli autobus dell’Ast, la compagnia regionale. Eppure ci sarebbe un’autostrada. Un’autostrada che avrebbe dovuto unire i due poli della nascente industria siciliana, un’autostrada che avrebbe portato ricchezza progresso benessere e altre cianfrusaglie positiviste nelle province più a sud della nostra amata Sicilia.

Andate a Gela. Vicino alla zona industriale troverete gli svincoli dell’autostrada, belle colate di cemento che imbruttiscono ulteriormente il paesaggio. Vi pregherei di fermarvi sotto questi svincoli e di osservarli con attenzione. Gli svincoli seguono i cartelli che indicano Siracusa, si dipartono elegantemente dalla strada principale e attraverso volute architettonicamente bizzarre si interrompono nel nulla. Nel nulla. Già: perché dei 130 chilometri e duecento metri di questa autostrada progettata alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso e mai conclusa sono in esercizio solo una manciata di chilometri che collegano Siracusa a Cassibile. E anche lì trovate i cartelli che indicano Gela. Sfido chiunque non conosca questi luoghi a raggiungere poi Gela da Cassibile: costretti a uscire dalla fantomatica autostrada non esiste nessun cartello – e dico nessuno, ho controllato – che indichi Gela. Gli automobilisti sono avvertiti.

La Torre Eiffel, destinata ad essere smontata, venne costruita in meno di due anni (1887 – 1889), e così il Pantheon a Roma (27 – 25 a. C.). Qualche anno in più fu necessario per il Colosseo (72 – 80), mentre un solo anno bastò all’Empire State Building per fregiarsi del titolo di grattacielo più alto del mondo (costruito tra il ‘30 e l’inizio del ’31): il canale di Suez venne inaugurato dopo dieci anni dall’inizio dei lavori (1859 – 1869) mentre 14 anni furono dedicati allo sventramento del Frejus prima che potesse accogliere il traforo omonimo (1857 – 1871).

Noi aspettiamo da cinquant’anni che vengano terminati un centinaio di chilometri di autostrada la cui consegna dei lavori veniva data come imminente già all’inizio dei ’60. Un po’ come il ponte di Messina: mio padre ricorda di aver portato a casa le cartoline con il ponte già disegnato alla metà degli anni ’60. E le cartoline ci sono ancora, in vendita da qualche rigattiere di Messina, così come c’è ancora la prima pietra del ponte, lasciata là forse con la segreta speranza che si moltiplichi per partenogenesi.

E mentre i politici locali dichiarano che un altro pezzetto di autostrada (30 chilometri) sarà consegnato entro il 2006 non posso fare a meno di ripensare alla strada che ho percorso nel pomeriggio: la Ragusa-Catania. Riccardo Minardo, senatore di Forza Italia eletto plebiscitariamente con 70.000 voti (cose che nemmeno nella Bulgaria dei tempi rossi) ha basato le sue campagne elettorali sul raddoppio delle corsie della Ragusa-Catania: questo pomeriggio stavano installando i nuovi guard-rail, dall’uno e dall’altro lato della strada… Il senatore potrebbe cominciare a stampare le cartoline del raddoppio: così almeno tra cinquant’anni potrò raccontare ai miei figli, magari in coda dietro a un tir sull’unica corsia della Ragusa – Catania, di come il raddoppio fosse imminente già nel 2006…

Postilla

Comincio ad avere sonno, scusatemi. Una postilla al post: Riccardo Minardo è anche quel senatore che ha un fratello petroliere. Nulla di male voglio dire. Peccato che il suddetto senatore abbia presentato un po' di tempo fa una proposta di legge che chiede la defiscalizzazione dei carburanti in provincia di Ragusa. Nulla di male nemmeno adesso. Una proposta di legge interessante, che eliminerebbe definitivamente le imposte sulla produzione del carburante: tradotto in altri termini, un grande regalo al fratello petroliere! Tuttavia, mentre le accise verrebbero eliminate DEL TUTTO i consumatori ragusani potrebbero accedere solo ad una quantità LIMITATA DI CARBURANTE "scontato" ogni anno, e dovrebbero quindi pagare a pieno prezzo il resto. Inutile dirvi chi controlla gran parte delle pompe di benzina della provincia...

Ps: vi invito a leggere il ddl di Minardo (n. 3894 del 16 marzo 1999) sul sito del Parlamento per farvi capire che non dico baggianate.

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