ovvero di granite al limone e Fecce del Sud
Raccontano la loro vita due vecchi immigrati al “Nodd” davanti ad una granita di limone in un baretto scalcagnato. Vivono a Milano da quasi cinquant’anni, ma l’accento tradisce ancora i natali di una terra maledetta: in vacanza, a curare i loro interessi residui a Modica, la loro vera città. Tornati in treno come un tempo erano partiti in cerca di fortuna, carichi di sporte e sportarelle, appesantiti da un basto invisibile in quegli anni ’50 gravidi di speranza e guerre fredde: allora come adesso,
Fortuna che siamo fatalisti. Altrimenti qualcuno si sarebbe almeno indignato alla vista delle pulcinellesche pubblicità ultrapatinate di “TrenItalia” che promettono viaggi confortevoli su treni degni da Star Trek, in cui uomini e donne affascinanti decidono della propria vita tra una tartina di caviale Beluga e una hostess impeccabile. Siamo nel 2004, vi ricordo… Dove sono i nostri treni d’anteguerra, le Fecce del Sud, gli scompartimenti vecchi e luridi con le poltroncine sfatte in finta pelle, le foto ingiallite sulle spalliere le cuccette a sei posti, i bagni puzzolenti con il preistorico scarico a terra, i carri-bestiame stipati fino all’inverosimile che giornalmente percorrono le malandate linee del Sud, poche linee moderne a petto delle decine di binari unici?
Ogni giorno dalla Sicilia si muovono dieci treni a lunga percorrenza: due treni espressi da e per Torino (20 ore di viaggio fino a Catania se tutto va bene), due espressi da e per Milano (19 ore fino a Catania per grazia di qualche divinità ferroviaria), un espresso da e per Venezia (20 ore canoniche fino a Catania) ed infine cinque treni per Roma, due espressi e tre intercity: con l’espresso in appena 12 ore si arriva a Catania, mentre con il velocissimo intercity ne bastano 11 ma per una sola ora guadagnata si dovrà pagare un supplemento che graverà per almeno 1\5 sul costo del biglietto ordinario. Se per sorte un viaggiatore sprovveduto decide poi di proseguire imperterrito per la propria destinazione in un paesino dell’interno si aspetti trenini da Far West, soste improvvise sotto un sole tiranno, stazioni dirute del periodo post-bellico, tempi di percorrenza apocalittici – e ringrazi se il treno ha i finestrini sbloccati, l’aria condizionata è ancora un privilegio di poche carrozze… In Sicilia arrancano ancora sbuffando gasolio mal combusto le venerande littorine – un presentino di Benito Mussolini –, queste pazienti littorine che attendono ore ed ore in mezzo al deserto davanti ad un semaforo rosso – binario unico, non dimenticate! –, che attendono un altro brado carapace metallico sopravvenire sulla striscia di ferro carico di gente inferocita e disillusa.
Se poi deciderete per puro masochismo di raggiungere un’altra città siciliana con la ferrovia manifesterete al mondo di essere stati tra gli ultimi beneficiari della legge Basaglia. Di seguito alcuni ameni calcoli chilometrici condotti a partire dalla mia città, Modica, e realizzati con l’ausilio del sito di TrenItalia per la parte ferroviaria e il software “Androute” per le distanze su strada. Modica – Messina, circa
Le ferrovie siciliane sono un albero secco, inutile ormai da innaffiare con i contributi statali – solo quel tanto che basta perché si chiuda qualche occhio sulla spaventosa condizione della rete. Consideriamo poi l’onda lunga del liberismo che ha colpito anche le ferrovie: Trenitalia S.p.a. preferisce rendere conto solo agli azionisti, investendo dove maggiori sono i ricavi e minori i rischi e i costi di gestione - chiaramente si è preferito migliorare i collegamenti fra i grandi centri industriali del nord piuttosto che creare (tout court) dei collegamenti reali al sud. Non dimentichiamo poi la politica e gli interessi dei singoli a scapito della collettività. Si potrebbe citare il ministro dei trasporti Lunardi (quello del “dovremo convivere con la mafia“ per intenderci) il quale gestisce, a nome della moglie e dei figli, la società Rocksoil, che ha fornito la propria consulenza e assistenza al consorzio Cavet per il progetto alta velocità Bologna-Firenze, ma anche gli interessi del nostro governo regionale (e di alcuni dei suoi membri) che soprattutto nell’ultimo decennio ha voluto favorire il trasporto su gomma. Costruire strade e autostrade è molto più conveniente se qualcuno riesce a controllare e gestire gli appalti delle opere pubbliche, e ridurre la concorrenza risulta essere molto più vantaggioso se si è proprietari di una società di autotrasporti – si uccide senza tanti complimenti la rete ferroviaria e si conducono taciti accordi con le compagnie di trasporto privato in modo tale che né l’una né le altre risultino lese nei propri interessi.
Si capisce perciò l’origine di disastri come quello di Rometta Marea (Me), che il 20 luglio del 2002 causò la morte di otto persone e il ferimento di quarantasette altre. Proprio in questi giorni
I resti disciolti della granita languono nel bicchiere: il vecchietto, dopo interminabili ed intricatissimi aneddoti meneghini si concede una pausa e sprofonda nella lettura di un quotidiano. La moglie si volta verso di me – ha ancora gli occhi speranzosi di una scolaretta – e mi dice di voler vivere tanto ancora da poter attraversare con il treno il ponte sullo Stretto di Messina; il marito la ignora, preoccupato com’è nel magnificare ad alta voce i pregi della prima (in realtà seconda) portaerei italiana,
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