mercoledì 13 aprile 2011

Patristica e scienza

Potrebbe sembrare una contraddizione in termini, ma non in Italia. Ah, no. Strano paese il nostro, dove anche uno storico cattolico integralista può assumere la carica di vicepresidente del CNR. Nulla di cui stupirsi, se i dirigenti del CNR hanno nomina politica ed emanano direttamente dal logos insigne dell’illustre Mariastella Gelmini.


Pentitevi pagani, il tempo è giunto!


Le grandi catastrofi sono una voce paterna della volontà di Dio, che ci richiama al fine ultimo della nostra vita. Se la terra non avesse catastrofi, eserciterebbe su di noi un fascino irresistibile, e non ricorderemmo che siamo cittadini del cielo. In secondo luogo, come osserva l’arcivescovo di Rossano Calabro, le catastrofi sono i giusti castighi di Dio. Alla colpa del peccato originale si aggiungono le nostre colpe personali e quelle collettive, e mentre Dio premia e castiga nell’eternità, è sulla terra che premia o castiga le nazioni”. (qui l’audio originale)


No, non è Tertulliano come potrebbe sembrare dal tono millenaristico ma Roberto De Mattei, vicepresidente del CNR, ai microfoni di Radio Maria nell’anno di grazia 2011. Posizioni aberranti che nemmeno i cattolici più integralisti, al giorno d’oggi, considerano possibili da difendere. Tra l’altro De Mattei chiama in causa le parole di monsignor Orazio Manzella (arcivescovo di Rossano Calabro agli inizi del secolo scorso), come se fossero state pronunciate il giorno prima e non all’interno di una riflessione riguardante il terremoto di Messina del 1908. Sono parole di un secolo fa, concetti che vanno inseriti in un contesto culturale differente ed estremamente lontani dalla sensibilità moderna.


La seconda aberrante uscita si riferisce invece all’impero romano: una simile sciocchezza è difficile da trovare anche negli ambienti più bigotti della ricerca storiografica moderna. Secondo l’opinione di De Mattei infatti, vicepresidente del CNR, l’impero romano così come l’impero cartaginese sarebbe caduto per la presenza degli omosessuali, “vergogna per tutto l’impero, [...] macchia infamante di quella perversione contro natura”. (qui l’audio originale). L’impero cartaginese sarebbe dunque caduto per colpa dei gay e i romani sarebbero stati lo strumento della Provvidenza. Nel frattempo l’impero romano, diventato covo di pervertiti contro natura, sarebbe caduto per mano dei barbari, a loro volta strumento del giudizio divino... Queste le opinioni di De Mattei riprese passo passo da Salviano di Marsiglia, un padre della Chiesa del quinto secolo. Che siano passati più di 1500 anni e secoli di ricerche storiografiche che smentiscono simili sciocchezze a De Mattei non importa.


È bene precisare che in un paese che si definisce libero ed aperto ad ogni opinione come il nostro le esternazioni di De Mattei non possono e non devono essere censurate. Tuttavia, il principio della libertà d’opinione e d’espressione dovrebbe andare di pari passo con l’opportunità dell’espressione, soprattutto se si ricoprono incarichi istituzionali di grande valenza simbolica. Visto che Roberto De Mattei è umanista dovrebbe sapere cosa significa kairos. Non fraintendetemi. De Mattei deve poter avere la possibilità di esprimere le sue opinioni, per quanto una larghissima fetta degli italiani le consideri aberranti: certo non dal suo posto di vicepresidente del CNR. Come si può coniugare un pensiero di carattere rigidamente confessionale e integralista con la vicepresidenza di un ente che in Italia dovrebbe rappresentare la punta di diamante della comunità scientifica? Io credo che difficilmente si possa arrivare ad un compromesso. È come se Francesco Amadori diventasse vicepresidente di un’associazione di vegetariani-vegani, è come se Rocco Siffredi diventasse vicepresidente di un ente che difende i valori della castità. Sono contraddizioni in termini. E la confusione tra pensiero dogmatico e pensiero razionale è davvero l’ultima cosa di cui la nostra malandata e vilipesa ricerca scientifica ha bisogno.

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