giovedì 14 aprile 2011

A modest proposal

Lascia sempre l’amaro in bocca e un senso di tradimento della fiducia nelle istituzioni in cui ormai si crede ormai solo per abitudine l’ennesima impunitas ad populum votata ieri alla Camera. Reductio ad unum si direbbe, in un rigurgito latinista del tutto immotivato eppure fin troppo esplicito. Prescrizione breve, e il processo Mills è già nel dimenticatoio. Prescrizione breve, e migliaia di possibili criminali la faranno franca per salvarne uno. Si affannano adesso i sodali senza vergogna dell’Indifendibile a computare percentuali minime, a rassicurare chi non può essere rassicurato dinanzi all’annullamento del proprio dolore, passato in secondo piano rispetto all’immunità definitiva del Mirifico. Si affanna Iancilino il ministro nell’affermare che la prescrizione breve avrà ricadute solo sullo 0,2% dei 3,2 milioni dei processi penali pendenti. A sentirla così sembra una inezia: dopotutto, a scuola non ci hanno insegnato che zero significa nulla? E lo zero virgola due che sarà mai? (Per inciso, se tocca solo lo 0,2% dei processi perché perdere tutto questo tempo per una legge inutile?) Per sfortuna però chi a scuola ha imparato a calcolare anche le percentuali ha scoperto che la mannaia dell’impunità garantita si abbatterà su 6400 procedimenti riferibili a imputati incensurati. Seimilaquattrocento reati in fumo, 6400 possibili colpevoli per cui sarà automatica l'estinzione del giudizio se avevano commesso i loro reati prima del maggio del 2006, se la pena fosse stata inferiore ai dieci anni e se non si è ancora arrivati al giudizio di primo grado. Il Csm stima addirittura in quindicimila il numero dei reati colpiti dal provvedimento, senza contare che le parti civili dei processi penali cancellati da questa possibile norma non avranno più diritto al risarcimento del danno che invece sarebbe stato comunque garantito con la sola sentenza di condanna di primo grado.


Per ogni incensurato, per ogni reato con pena inferiore ai dieci anni, ricordiamolo, per ogni reato a parte quelli legati ad “allarmi sociali” quali mafia e terrorismo. Reati che comprendono i responsabili per i crolli della casa dello studente a l’Aquila, la strage di Viareggio, i morti per l’amianto alla Fincantieri di Palermo, i colpevoli dei crack della Parmalat e della Cirio, reati di violenza sessuale e anche pedofilia. I reati più odiosi. Assistiamo alla penosa lotteria dei numeri di quei parlamentari che hanno votato una simile assurdità legale i quali, non vergognandosene, rassicurano sul fatto che la prescrizione breve non si applicherà ai disastri dell’Aquila o di Viareggio, o ai morti per asbestosi alla Fincantieri di Palermo. Ma se hanno bocciato l’emendamento in cui si chiedeva di eliminare almeno l’omicidio colposo dalla legge? Invece delle rassicurazioni cabalistiche, allora, che qualcuno spieghi agli italiani attraverso una seria analisi tecnica e giuridica perché le responsabilità dei singoli nei crimini citati prima non rientreranno nella prescrizione breve. Nel testo della legge, infatti, non esistono distinguo di sorta.


Reductio ad unum, l’intera giurisprudenza ai piedi di un singolo e dei suoi complici di legiferazione. Diversamente, quali le ragioni tali da poter giustificare una simile marcia a tappe forzate per l’approvazione di una legge quasi “d’emergenza”? Se non è Mills ditemi di cosa si tratta, allora. Capisco la necessità, anzi, il diritto ad un giusto processo, comprendo il fatto che sia assurdo per una persona che rischia un massimo di dieci anni di carcere essere sotto processo da più di cinque – persona che potrebbe anche essere innocente – capisco la necessità di una riforma della giustizia in maniera tale da renderla più agile e più veloce, l’azione penale certa e via discorrendo. Sono tutte belle parole, ma non può essere questa la logica giusta da seguire. Se i processi sono lenti, la soluzione non può certo risiedere nell’eliminazione a monte dei processi. Che non ce la vengano a raccontare, questa norma ha il solo scopo di salvaguardare ulteriormente gli interessi di Silvio Berlusconi.


E allora ecco una personale modest proposal, provocatoria ma neanche troppo. Vero è che "impunitas semper ad deteriora invitat", ma ...e se si votasse alla Camera e al Senato l’impunità per Silvio Berlusconi? Così, per legge. Una postilla alla Costituzione: “La legge è uguale per tutti, a parte Silvio Berlusconi, e si esercita in nome del popolo italiano…”. Impunità legalizzata: l’Italia non sarebbe diventata il paese degli odiosi salvacondotti, dei furbetti, dei condoni, almeno non avrebbe raggiunto i livelli di questi quindici anni che ci hanno fatto vergognare davanti a tutto il mondo. Se Berlusconi avesse avuto l’impunità per i suoi reati non avrebbe avuto bisogno delle leggi ad personam sfruttate anche da altre persone. Immaginate quanti criminali starebbero ancora nelle patrie galere invece di scorrazzare e ritornare in non pochi casi a delinquere L’impunità per Berlusconi sarebbe stata il male minore e adesso l’Italia sarebbe un posto più sicuro e forse il governo in questo momento potrebbe pensare ad un Paese che sta colando a picco invece di sprecare tutte le sue energie per parare il fondoschiena al suo indifendibile comandante in capo.


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