venerdì 30 marzo 2007

Rieccomi!

Eh, lo so che non scrivo da più di venti giorni... Perdonate la mia assenza, ma in questo periodo troppe cose da fare mi hanno impedito di curare a dovere questo piccolo cratere sulla faccia nascosta della Luna. Forse qualcuno di voi stenterà a crederlo, qualcun altro storcerà un po’ il naso sapendo le mie simpatie libertarie ma non ho potuto proprio evitare di farlo.

Mi candido alle prossime elezioni amministrative alla carica di consigliere comunale. Per Modica, la mia città.

Una città complessa, dove la mafia non è mai arrivata. Una città lieve, tranquilla eppure dinamica che non ha mai dovuto portare la cappa di Cosa Nostra e che negli ultimi venti anni è prosperata in maniera incredibile diventando ricca e pretenziosa. Dove puoi lasciare la macchina aperta senza che nessuno te la rubi. Dove puoi camminare a qualunque ora del giorno e della notte senza che ti accada nulla. Dove sono in pochi ad avere memoria storica dell’ultimo scippo. Dove il fenomeno del racket è stato soffocato sul nascere e non si è più ripresentato. Dove i rapinatori che scelgono di rapinare una delle nostre ventisei banche vengono prontamente catturati dalle forze dell’ordine. Dove poter vivere tranquillamente, qualora si decida di ignorare i rapporti strettissimi tra politica, affarismo e imprenditoria.

Pax mafiosa. La mafia dei colletti bianchi.


A Modica la vita politica ed economica è controllata da pochissime famiglie che gestiscono il potere in maniera personalistica, quasi come fosse un feudo, ed elargiscono diritti come se facessero favori. Tutto nell’apparente legalità. Sono inattaccabili da questo punto di vista. Hai bisogno di un posto di lavoro? Recati in processione dal politico giusto ad elemosinarlo e se avrai strisciato abbastanza ai suoi piedi e perso la tua dignità ne otterrai uno. Necessiti di un finanziamento pubblico? Basta cercare l’amico dell’amico che una volta ottenuta la tua sottomissione ricambierà il favore. La tua azienda ha bisogno di ottenere un appalto o deve costruire villette dove non potrebbe? L’importante è cercare il consigliere comunale giusto che voti una variante ad un piano regolatore scaduto da decenni e mai rinnovato per gli interessi di pochi. Non servono intimidazioni fisiche quando una famiglia come quella dei Minardo (per citare solo uno tra i feudatari locali) possiede un impero con

  • un deputato/senatore (dipende dalle legislature) che tiene bordone al fratello petroliere;
  • il presidente del Consorzio siciliano autostrade;
  • esponenti politici amici che fanno il loro gioco alla Regione, alla Provincia e al Comune;
  • una delle più importanti aziende siciliane di commercializzazione petrolifera (GIAP);
  • tre televisioni (forse anche una testata giornalistica, ma non ne sono certo);
  • diverse società di costruzione e quant’altro – ma preferisco parlare solo di ciò che conosco bene.

Senza contare l’esercito di clienti/schiavi che nel corso degli anni hanno tenuto sotto le loro ali e che cresce di anno in anno in maniera esponenziale. Chiaramente anche le prossime elezioni saranno inquinate dai soldati dell’impero Minardo e di altri piccoli imperatori: soldati che già dilagano in tutta la città per cercare di mantenere il potere dei propri padroni. Ripeto, nulla di formalmente illegale ma quando simili famiglie gestiscono un potere così ramificato diventa difficile non temerli. Diventa anche difficile riuscire a sopportarne gli abusi e i soprusi.

Ecco perché ho deciso di candidarmi. Insieme ad un gruppo di amici, con una lista civica, per cercare di allentare il nodo del cappio che stringe la politica e l’economia della nostra città. Con limpidezza ed etica ma anche con pragmatismo, senza difendere gli interessi particolari di nessuno ma solo quelli dell’intera città.

Ma chi sperasse di rivedermi arruolato tra le fila di una formazione politica nazionale si sbaglia di grosso. La politica di partito non mi appartiene più da tempo e continuo a ritenere ridicole tutte quelle gerarchie fatte di segretari, organi di consulto, congressi, galoppini e parassiti che gravitano attorno ad ogni partito politico italiano. Non credo più nella democrazia elettiva sebbene mi renda conto dell’utopia di una democrazia diretta: ecco perché il mio anarchismo è sempre stato per lo più etico, rivolto alle contraddizioni della nostra classe dirigente e alla ricerca di una dimensione umana della politica, che guardi al benessere dell’individuo e cittadino. Attualismo, comunalismo, socialdemocrazia libertaria, chiamatela come volete. Anche se non mi piacciono le etichette perché sulle etichette solitamente si appone il prezzo di una merce.

E la mia dignità non è una merce che si compra.

venerdì 9 marzo 2007

Cuffaro actor's studio

Panem et circenses: Totò Vasa-Vasa si è dato alla recitazione. Sperando di far dimenticare le inchieste della magistratura sui suoi rapporti con la mafia e la sua inettitudine politica che cerca di mascherare accusando il governo centrale (non mi pare che la Sicilia andasse meglio con il governo Berlusconi a parte per i soliti amici degli amici), eccolo perfettamente a suo agio con la coppola e il know-how da padrino mentre ripropone a suo modo un vecchio sketch di Pino Caruso.

Vi ricordo - puro masochismo - che quest'uomo è il presidente della regione Sicilia.