lunedì 13 marzo 2006

Indegni di considerazione #4

Cosa fareste se in uno spot elettorale il politico di turno vi promettesse in cambio del piccolo gesto di un voto di preferenza nientemeno che il paradiso? Non lasciatevi andare a battutine facili: l'Unto di Arcore stavolta non c'entra!

E' accaduto in Israele.

Ovadia Yossef, membro del partito sefardita Shas - diciamo la verità, un partito non esattamente progressista - aveva realizzato uno spot in cui si illustravano tutte le iniziative che lo Shas avrebbe appoggiato in caso di vittoria: costruzione di bagni rituali per le donne, costruzione di sinagoghe, aiuti finanziari per gli ebrei poveri e così via. Per questo motivo, per aver dato modo alla fede ebraica di navigare le acque infide della politica e di realizzare ciò che dicono gli insegnamenti dei rabbini, gli elettori avrebbero ricevuto un comodissimo passe-partout per il paradiso. Wow. Nella migliore delle ipotesi una persona normale alla vista di uno spot simile avrebbe riso per qualche minuto e poi sarebbe ritornata a più interessanti incombenze - tipo vivere - abbandonando per la propria strada questo gruppuscolo di sionisti fondamentalisti.

Ma la legge non ha il senso dell'umorismo.

Così il giudice Dorit Beinish, considerato che in Israele sono vietate le pubblicità che promettono compensi di qualunque genere in cambio del voto, ha deciso di bloccare lo spot. Quest'atto ha chiaramente provocato l'ira di Ely Ishay, il leader del movimento, che ha tuonato: "Chi mette a tacere il messaggio della Bibbia rappresenta una concezione basata sull'odio e sulla distruzione dell'ebraismo. [...] Sono sicuro che gli elettori di Shas non si inginocchieranno davanti alla donna-giudice". Ma che sant'uomo: tuona contro la semplice - forse anche pedissequa - applicazione della legge ma non batte ciglio riguardo alle panzane escatologico-politiche di un suo adepto. Tutto fa brodo, no?

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