lunedì 2 novembre 2009

Trans Marrazzo Express

Sottile è la linea che separa il succoso gossip dall’asciutta cronaca. Almeno in Italia.


La questione è nota. Piero Marrazzo, ormai ex-governatore del Lazio, incastrato da un video che lo sorprende in compagnia di un trans: sullo sfondo, strisce biancastre che poi si confermeranno essere cocaina. Sesso e droga. Un binomio che ritorna spesso quando si tratta di personaggi noti, ancor più se politici. Illuminante la differenza con cui sono stati trattati dai loro colleghi nonché da certa stampa embedded i casi di Marrazzo e di Berlusconi. Sulla sponda dei giusti il pornovecchietto Berlusconi che puttaneggia, che potrebbe aver corrotto minorenni e che sembra abbia usato voli di Stato per trasportare amichetti ed amichette nelle proprie residenze. Sulla sponda dei perversi traviati invece Piero Marrazzo: paladino dei consumatori prestato al mondo della politica, un pervertito che abbandona un matrimonio regolare con una donna per lasciarsi trascinare nel gorgo della droga e dei piaceri morbosi di una trans. Una mezza donna a gettoni, un uomo dimezzato Marrazzo.


Non solo. Berlusconi, garantista a posteriori, sarebbe stato quasi un benefattore per Marrazzo perché, pur potendo avere quel video, aveva preferito soprassedere difendendo la privacy dell’ex governatore del Lazio. Due pesi e due misure: accade, quando si deve demolire un personaggio della cosiddetta sinistra italiana. Demolire, e non solo demonizzare. Perché per quello bastano i telegiornali, gli articoli e le dichiarazioni ordinarie del Cavaliere Nero e dei suoi luogotenenti. Quanto squallida una politica che va a guardare dentro le mutande della gente ma solo se questa è della parte avversa e perversa, soprattutto se ha “vizietti” più o meno condannabili dalla morale comune.


Mentre io credo che un adulto, nei limiti della legge, sia libero di fare ciò che vuole con altri adulti consenzienti. Sono altresì convinto, tuttavia, che un personaggio pubblico dovrebbe mantenere un certo contegno bizzoco, soprattutto considerando la pruderie bigottocratica della nostra Italietta. Un personaggio pubblico dovrebbe rendersi conto che determinati atteggiamenti, certi gusti e certi vizi lo rendono ricattabile e facilmente attaccabile. Lo ha capito Piero Marrazzo, che ha deciso di scomparire dalla vita politica e dalla scena pubblica con un senso di responsabilità e un ravvedimento purtroppo tardivo. Non lo ha capito e non lo capisce tuttora il Big Jim della politica italiana che ci tocca sopportare come premier.


Droga a parte, il problema di queste tristi vicende è a mio parere è un altro. Non tanto il tradimento del proprio compagno o compagna, perché una relazione può finire – triste, ma accade – e il problema non è nemmeno nel libertinaggio o nella promiscuità. La questione risiede semmai nella mercificazione del corpo umano, della sua riduzione ad oggetto, dello svilimento continuo di una essenza che viene ridotta a cosa, a pezzo di carne da vendere e svendere. Marrazzo ha capito, ma ha capito solo perché i media hanno distrutto la sua vita. Qualcun altro no, e continua ancora a trattare le donne come se fossero strumenti alla mercè di Sua Emittenza Re dell’Universo.


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