venerdì 3 luglio 2009

Eia eia alalà. Forse

Ronde e girotonti: questa potrebbe essere la visione delle ali radicali del teatrino politico italiano. Se da una parte abbiamo i neofascismi che avanzano e che si ricompattano in maniera preoccupante dall’altra dobbiamo tenerci una sinistra autoreferenziale che inneggia all’antifascismo e che passa il proprio tempo a fare manifestazioni. Si potrebbero organizzare movimenti di massa (seri, non le fiaccolate), azioni legali, azioni di governo ma, ops… scusate! Causa la sete di potere dei diecimila capetti della sinistra italiana nonché una legge elettorale suinesca per definizione del suo stesso creatore, il baluardo più progressista del nostro Parlamento è l’Italia dei Valori... E ho detto tutto.

L’ho presa lunga, scusate. Stringiamo la focale.

Il 13 giugno scorso è nato il Partito Nazionalista Italiano e con esso la sua prima creatura a metà strada tra lo spassoso e l’inquietante. La Guardia Nazionale italiana. Definita subito dai media le “ronde nere”, la GNI è un’associazione di volontari provenienti per lo più da ex-membri delle forze armate o da membri delle forze dell’ordine in congedo. Un’associazione che nasce, badate bene, nell’ambito di un partito ben preciso: il Movimento Sociale Italiano - Destra Italiana di Gaetano Saya. Già questo dovrebbe insospettire e preoccupare.

Intanto: chi è Gaetano Saya? Da video simili Saya appare poco più di un cabarettista che vuole fare il verso a Gheddafi e che nel tempo libero interpreta a teatro il ruolo di gerarca fascista – in effetti viene in mente la definizione data a suo tempo dall’ex ministro degli Interni Pisanu che lo considerò un pataccaro. Certo è che nonostante le apparenze il "pataccaro" in questione sembra aver collezionato diverse collaborazioni eccellenti con i servizi segreti, italiani ed esteri, la P2 di Licio Gelli e la massoneria. Nell'aprile 2004 fonda il "Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo - Interforze di Polizia in funzione antiterrorismo islamico", un’organizzazione per la quale la procura di Genova lo mette per un periodo agli arresti domiciliari salvo poi far cadere nel nulla l'inchiesta - pare tuttavia che la procura di Genova abbia recentemente chiesto la riapertura del caso. Nel novembre 2004 è rinviato a giudizio, inoltre, per propaganda di idee fondate sulla superiorità e l'odio razziale attraverso il sito Destranazionale.org. Due piccoli esempi per farvi capire di come Gaetano Saya sia più che un simpatizzante del passato fascista: piuttosto un fanatico dell’ordine e dei regimi di polizia, che per l’istituzione di questa fantomatica Guardia Nazionale e del connesso Partito nazionalista italiano ha decisamente guardato a destri ventenni della storia italiana recente.

Fin troppo esplicite le prime divise presentate alla stampa: camicia grigia con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, una fascia con il disco solare, lo Schwarze Sonne (un antico simbolo pagano germanico che si trova nella sala principale del quartier generale delle SS a Wewelsburg), pantaloni grigi con banda nera laterale, basco o kepì grigio con il simbolo dell'aquila imperiale romana, la scritta «SPQR» e il motto «Domine dirige nos». L'equipaggiamento completo prevedeva inoltre elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero. Banale ricordare che queste divise sembrano essere state cucite direttamente da qualche sarto del Reich. Forse qualcuno dei suoi camerati, più avveduto, si dev’essere accorto che anche uno sguardo frettoloso le avrebbe collegate alle divise naziste. Così il presidente della Guardia nazionale, Maurizio Correnti, le ha cambiate in fretta e furia trasformandole da nere in blu, con fregi e mostrine che riprenderanno i simboli della Repubblica Italiana.

Ma chi vogliono prendere in giro? È inutile che Saya, il quale si definisce ispiratore politico delle ronde nere, si sbracci affermando che la Guardia Nazionale italiana è una onlus regolarmente registrata, che è apartitica, che lo Schwarze Sonne è solo un simbolo esoterico (vero, ma era anche il simbolo scelto dall'associazione mistico-esoterica Vril che all'inizio del secolo scorso contribuì alla formazione delle SS!) e che l’aquila imperiale è da mettere in relazione con la storia romana e non con il fascismo. A sentirlo parlare i membri della Guardia Nazionale sono per buona parte, circa un terzo, ex appartenenti alle forze armate, alle forze dell'ordine e normali cittadini “patrioti e nazionalisti” pronti a “servire la nostra terra e il popolo italiano” che svolgono attività di vigilanza "per potenziare la sicurezza nei centri urbani” ma anche di “protezione civile” e di “promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni Italiane con particolare riferimento all'Impero Romano”.

Sarà.

Gaetano Saya è però la stessa persona che in altra sede ha scritto: “Ad altri aspetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere, la repressione è il nostro credo”. La repressione è il nostro credo. Parole di un uomo che crede nella democrazia e nello stato liberale insomma.

Ma non è finita, il peggio deve ancora venire. Se si confrontano il programma del Partito Nazionalista Italiano e il programma del Partito nazionalsocialista tedesco (sì, avete letto bene, il partito nazista fondato da Hitler) si scopre una incredibile somiglianza. Diciamo pure che sono identici. Esagero? Cliccate qui e leggete con i vostri occhi.

Ora, potremmo ironizzare sul fatto che questi individui non sono capaci nemmeno di scrivere un programma da sé e fanno taglia&incolla da quello nazista, o potremmo dire che il peso politico di questa nuova formazione folkloristica è pari a zero, anzi, a meno di zero.

Vero.

Verissimo tutto questo. Però io credo sia un errore trascurare fenomeni simili: fenomeni di piccola portata, ma se messi insieme, uno dietro l’altro, indicano quale preoccupante e pericolosa deriva stia prendendo la politica italiana, o almeno, ciò che è rimasto di essa. Ad ogni buon conto sembra che la magistratura abbia aperto un fascicolo riguardante il PNI e la Guardia Nazionale per sospetta apologia del fascismo... Speriamo che la Costituzione valga ancora a qualcosa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Tu fai presto a dire, ma se tu ti trovassi per la strada una sera e tu venissi aggredito da un bullo o da qualche balordo e qualcuno di quelli li intervenisse per difenderti tu non li ringrazieresti? Dire che "La repressione è il nostro credo" non mi sembra poi una cosa così antidemocratica perchè in certe circostanze tutti noi vorremmo la repressione e lo scopo delle leggi penali è proprio quello di punire, cioè di reprimere. Frustalupi