giovedì 11 gennaio 2007

A Ustica non è successo niente



La notte del 27 giugno 1980 un pescatore di frodo pescava a strascico al largo di Ustica. Tirando a bordo le reti con il pesce pescato aveva inavvertitamente smosso dal fondo una bomba inesplosa risalente alla seconda guerra mondiale. Ingoiata da una balena in cerca di cibo, la bomba era stata scagliata fuori dal corpo attraverso lo sfiatatoio. Nel frattempo un pellicano di passaggio, acchiappata la bomba al volo, si dirigeva verso il proprio nido pensando di portare nel becco del pesce per i propri piccoli. Il pescatore di frodo - che nel tempo libero si dilettava di bracconaggio - aveva però sparato al pellicano colpendolo a morte. Mentre il volatile precipatava a terra la bomba era caduta nel cestello di un pallone aerostatico per la raccolta di dati meteorologici che, una volta in quota, aveva incrociato un DC9 dell’Itavia oscurandone il campo visivo e procurando la caduta dell’aereo. La bomba invece, ricaduta in mare, sarebbe stata inghiottita da un tonno di passaggio fino a quando, ripescato da una barchetta sulla Stretto di Messina, sarebbe stato spedito insieme ad altro pesce in direzione Bologna. Spedizione ferroviaria. Era il due agosto 1980...

Questa è la mia personale ricostruzione della strage di Ustica, di certo più attendibile e meno insultante della ricostruzione ufficiale scaturita da ventisette anni di dibattimenti, ricostruzioni, perizie e controperizie. Nessun colpevole, nessun coinvolgimento adesso che anche Lamberto Bartolucci e Franco Ferri sono stati assolti in via definitiva “perché il fatto non sussiste”. Sentenza vergognosa e comprensibilissima.

Uno Stato non punisce mai se stesso.

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