sabato 13 maggio 2006

La tv degli ornitorinchi

Che c’azzecca avrebbe detto un giudice di volgar lingua passato a miglior vita politica… Quando l’esegesi della legislazione italiana potrebbe essere affidata ad un ornitorinco. Almeno visti i risultati. La Rai decide di rinviare la messa in onda della mini-serie dedicata alla vita e all’operato di Giovanni Falcone mascherandosi dietro una personalissima interpretazione della legge sulla par condicio. Motivazione addotta: ridicola. Ecco la spiegazione del fine dicitore Saccà, direttore di Rai Fiction (clicca qui per l'articolo su Repubblica): “…c'è una legge della par condicio da rispettare. Nella fiction si parla anche di Borsellino e la sorella è candidata in Sicilia alle regionali, finché non si chiude la campagna elettorale, dobbiamo rispettare le regole”.

Summa ius summa iniuria verrebbe da dire, ma qui si tratta di semplice buonsenso. Cosa c’entra la candidatura di Rita Borsellino con una fiction? Non è colpa sua se il fratello e il suo amico Falcone hanno avuto la disdicevole idea di farsi scannare per difendere lo Stato e le sue istituzioni dal cancro mafioso.

Al di là della retorica dell’antimafia che scaturisce inevitabilmente da simili produzioni, credo sarebbe stato doveroso programmare la fiction proprio per il 23 maggio, anniversario della morte di Falcone. Perché la maggior parte della gente ha bisogno di queste cose per mantenere viva la memoria. Gli anniversari, le commemorazioni, i picchetti d’onore, le lacrime di coccodrillo, i discorsi infiammati che si spengono nella retorica generale. La memoria è una bomba dalla miccia corta che si dovrebbe far deflagrare con assiduità.

Ma noi dobbiamo rispettare le regole. E allora perché durante l’ultima campagna elettorale in Rai si poteva parlare impunemente di Mussolini? In questo modo non si avvantaggiava forse la nipotina scapestrata ricordando al manipolo di imbecilli che vorrebbe far resuscitare il fascismo le gesta del loro eroe? O perché parlare di Fabrizio Quattrocchi, se ne poteva trarre vantaggio Stefio, candidato in quel dei fasci redivivi? No, dobbiamo evitare di parlare solo di Borsellino e di commemorare due uomini giusti di cui lo Stato sembra essersi accorto solo quando ha dovuto pagare le spese per i funerali di Stato. Chissà perché.

Invito dunque ogni sindaco della Sicilia ad oscurare qualsiasi riferimento a Falcone e a Borsellino (lapidi commemorative, scuole, piazze, strade) per tutta la durata della campagna elettorale. Invito altresì le autolinee Cuffaro di proprietà dell’attuale presidente della Regione Sicilia ad oscurare il nome della società apposto sugli autobus, soprattutto ogni volta che detti autobus sono inquadrati dalle telecamere che documentano le traduzioni dei clandestini sbarcati sulle coste siciliane (trasferimenti pagati con i nostri soldi che vanno a finire nelle tasche di Totò vasa vasa – tutto legale, però non è un po’ insolita come cosa?).

Al posto della fiction su Falcone sarà trasmessa la mini-serie La moglie cinese. Sentite cosa ha l’impudenza di dire il già citato Saccà: siccome nella serie c’è anche un boss mafioso, questa presenza rappresenta “...un omaggio a un grande italiano di cui ricorre l'anniversario della morte, Giovanni Falcone”.

Ma stai zitto almeno.

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