venerdì 3 febbraio 2006

Burqa miseria



Vorrei capire come funziona il cervello di certa gente. Tutti i giorni ascoltiamo al telegiornale tizi con asciugamani in testa che blaterano di paesi da cancellare dalle carte geografiche, di civiltà da distruggere e di terrore generalizzato e sembra che nessuno abbia niente da ridire. Gente che si fa saltare in aria come fosse pop corn, diritti umani violati sistematicamente, libertà d’azione soffocata e finisce sempre a tarallucci e vino – o con una guerra se c’è un bel po’ di petrolio in mezzo. Poi un quotidiano danese, lo Jyllands Posten, decide di pubblicare un’inchiesta sull’autocensura partendo dalla storia di Kare Bluitgen, uno scrittore che non riesce a trovare un illustratore per il suo libro riguardante la vita del profeta Maometto – un libro per bambini, badate bene. L’inchiesta, pubblicata il 30 settembre dello scorso anno, viene accompagnata da dodici vignette satiriche sull’Islam e Maometto: parte così la violentissima reazione degli islamici di tutto il mondo, offesi e indignati da una simile blasfemia.

Per solidarietà allo Jyllands Posten il Magazent, un settimanale norvegese, decide di pubblicare le stesse vignette e così il France Soir, con il conseguente licenziamento del direttore Jacques Lefranc, silurato dall’editore della testata, Raymond Lakah, franco-egiziano – diciamo che il licenziamento non dev’essere stato del tutto inaspettato per Lefranc…

Blasfemia.

Blasfemo per i musulmani è raffigurare la figura umana – in special modo quella del Profeta per eccellenza, Maometto -, ma altrettanto blasfema non dovrebbe essere la quotidiana apologia del terrorismo più becero e sanguinario? Il versetto quarantasei del Corano non dice forse “la maledizione di Allah cada su chi ucciderà persone innocenti”?

Allora forse il problema non sta tanto nella religione – perché ogni religione rappresenta una straordinaria forma di espressione dell’animo umano – quanto nell’uso strumentale, becero e sanguinario che ogni mullah, rabbino, prete o bonzo di sorta ne fa. È l’interpretazione dei precetti, distorta ad uso e consumo di chi guida i fedeli, che distrugge la purezza della speranza che ogni religione porta con sé. L’interpretazione, la sharia nel caso specifico dell’Islam. Non troverete nemmeno un versetto del Corano che vi parli del burqa, o delle guerre sante, o dei giubbetti esplosivi dei kamikaze: solo un grande libro dal quale, tolti tutti i ricamini giaculatori, traspare una grandissima tolleranza nei confronti dell’altro. Concetti come le guerre sante nacquero semplicemente perché qualche califfo si era rotto le scatole di vedere sempre sabbia intorno a sé e giustificava in tal modo agli occhi dei suoi sudditi le guerre di espansione.


L’Islam non è questo, anche se la voce di pochi capetti imbecilli basta a convincere una massa impressionante di fedeli, e capite benissimo che una fatwa come quella pronunciata nei confronti di tutte le persone coinvolte nell’affaire delle vignette può portare tranquillamente ad un altro caso Van Gogh. Perché questa gente vuole la libertà di espressione religiosa – assolutamente legittima! – se poi vuole vietare al resto del mondo qualsiasi forma di pensiero critico che non si accordi con la loro religione? Perché un imam deve sentirsi legittimato nel chiamare puttana una qualsiasi donna che metta una minigonna mentre io non posso sorridere ad una vignetta che riguardi un tema religioso? Perché infine, in Europa, nessuno che conti prende le difese delle testate colpite dalla fatwa e cerca di ficcare bene in testa a certa gente che la censura è prima di tutto paura del confronto?

Invece è deprimente leggere di come i politici europei si stiano piegando opportunisticamente alle richieste di scuse che il mondo islamico pretende – tranquilli politicuzzi, l’elettorato musulmano non è ancora un fattore determinante per vincere le elezioni. Deprimente è, infine, sentire i giornalisti francesi che invocano Voltaire… Invece di invocare Voltaire e di piagnucolare sulla mancata libertà di espressione non piegatevi alle richieste di quattro fanatici che non hanno le palle per esprimere i loro reali intenti e si nascondono dietro il paravento di una religione. Prendeteli per il culo, braccateli, sbranateli: dissolvete l’aura di terrore e di rispettabilità che avvolge questi idioti fondamentalisti e avrete dato la prima picconata che contribuirà a far crollare la loro ridicola torre di Babele.



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