sabato 24 dicembre 2005

Sfogo

È Natale, dicono. La festa più buffa e ipocrita di un calendario cristianamente impeccabile. Si scambiano regali, si fanno buoni propositi – è Natale siamo tutti più buoni! L’abete (la sua cima) segato per addobbarlo festosamente, il presepe di statuine prodotte a Taiwan: Gesù bambino è nato in una grotta al freddo e al gelo… Che culo, almeno lui una casa ce l’ha. In qualsiasi altro giorno forse, ma non il 25 dicembre: giorno in cui i romani festeggiavano il sole e solo successivamente usurpato dalla chiesa cristiana per questioni di marketing. La festa dei rubicondi babbi Natale in divisa d’ordinanza, vecchio spot pubblicitario d’antan della Coca Cola assurto a mondiale manifestazione di gioiosa consuetudine per bambini – Babbo Natale era in Europa un san Nicola di verde vestito, tutto il resto è logo. La messa di mezzanotte: raccogliamo il pacco di pasta da cinquanta centesimi per i poveri della parrocchia, ama Dio e per favore dacci una sporta di soldi … I cristiani!

Ama il prossimo tuo, basta che ti stia lontano e non ti rompa le scatole. Campagne di sensibilizzazione, bambini affamati dall’ingordigia occidentale o mutilati dalle mine un tempo prodotte anche in Italia vengono usati come brutale oggetto per intenerire gli animi: per aiutarli a crescere, per aiutarli a vivere, dicono. Nascono così le centinaia di associazioni caritatevoli, le grandi mistificazioni delle adozioni a distanza: a fronte delle poche davvero animate dalla volontà di migliorare il tenore di vita dei luoghi più poveri della Terra stanno tutti gli altri profittatori economici ed ideologici.

Chi non vuole che tutto questo cambi, perché tanto la giustizia sarà nel regno di Dio e sulla terra ci si limita alle attività caritatevoli che fanno guadagnare punti sui curricula trascendenti. Chi rastrella soldi inviando fotografie di bambini, loro supposti disegni e dolci letterine personalizzate scritte in italiano incerto al papà o alla mamma a distanza. Tutto disgustosamente falso: i soldi vanno alle associazioni che poi, tolta la loro fetta di guadagno, suddividono in maniera equa i quattrini ricevuti. Pensavate davvero che i bambini sapevano della vostra esistenza di genitori a mezzo? Suvvia! Tranquilli, tanto anche la carità è deducibile dal modello unico, fa risparmiare sulle tasse… Il Papa poi si lamenta del consumismo che ha snaturato il vero spirito del Natale: beh, cominciasse lui a rinunciare alle scarpe di Prada, agli ermellini e alle Mercedes da cui arringa la folla, cominciasse lui a dare il buon esempio.

Vergognoso.

Se volete, continuate pure a festeggiare il Natale con tutti i suoi ridicoli apparati, ma ricordate che non c’è bisogno di un’ideologia per cercare di cambiare il mondo in cui si vive…

Buona vita a tutti, e buon Natale.

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