sabato 24 dicembre 2005

Palle di Natale

Una curiosa abitudine dell’animale politico moderno che potrebbe essere soggetta ad approfonditi studi sociologici è quella di rovinarsi il pranzo con la visione del telegiornale quotidiano. Ieri visione particolarmente indigesta: la conferenza stampa di fine anno del beneamato premier! Lui, Silvio, l’unico uomo che invecchiando diventa sempre più capellone. Bisognava vederlo. Doppio impettito, gonfio della sua solita superbia, rispondeva con sicurezza alle domande e ai giornalisti accuratamente scelti tra le testate amiche o almeno neutrali: invettive contro i soliti comunisti del Tg3 e dell'Unità a parte, chiaramente. "Dovreste vergognarvi, [...] lei (Marcella Ciarnelli, giornalista dell'Unità [n.d.a.]) si dichiara complice di cento milioni di omicidi, non credo che ci sia nessuna possibilità di un cambiamento del vostro atteggiamento pregiudiziale e quindi non verrò da voi per cercare di convincervi: siete inconvincibili".

Apprendo così da questa istruttiva conferenza stampa che:


  1. L'Italia ha acquisito prestigio internazionale partecipando da pari alle operazioni di "peace keeping" e facendosi esportatrice di democrazia e libertà;

  2. In Italia i lavoratori precari sono una minoranza, in un crescendo di occupazione e stabilità;

  3. L'Italia è pronta a contrastare il terrorismo internazionale con le forze dell'ordine che controllano ben 13.000 obiettivi sensibili;

  4. Il fascismo non è considerato un totalitarismo - argumentum ex silentio lo ammetto, però visti i precedenti...

  5. Varie amenità ed eventuali che evito di menzionare per non occupare tutto lo spazio disponibile.

È chiaro che ormai solo Berlusconi e pochi altri credono al prestigio internazionale dell’Italia: la vicenda Calipari è solo una delle tante che indica senza dubbio alcuno la posizione di vassallaggio e di subalternità dell’Italia nei confronti dello zio Sam – nulla di nuovo chiaramente, ma a volte fa bene ribadire delle ovvietà. Sorvoliamo velocemente sulla panzana del "lavoro per tutti" per arrivare ad un’ultima, inquietante localissima considerazione.

Quanti di voi conoscono i poli industriali di Gela e di Priolo? A parte le condizioni spaventose di certi impianti, bisogna riconoscere che essi sono a portata di mano di qualsiasi pazzo furioso che voglia farsi esplodere: a Priolo la ferrovia passa proprio in mezzo al polo industriale, a Gela una strada statale costeggia le industrie… È inutile ricordare le conseguenze di un’esplosione e il devastante effetto domino in luoghi simili. Avete mai visto un solo carabiniere, poliziotto, corazziere a cavallo o centurione presidiare questi luoghi? Non sono forse obiettivi sensibili? Forse non sono posti in aree sensibili della penisola…

Ricordiamo poi che l’Italia è quel paese in cui le forze dell’ordine non possono svolgere il proprio lavoro perché manca la benzina nelle auto (Soverato, Lamezia Terme, Catania per nominare qualche città in cui si sono già registrati episodi simili) e in cui esistono circolari che chiedono di "adottare i provvedimenti ritenuti più idonei al fine di pervenire ad un sensibile contenimento dei consumi/spese per le esigenze sia di riscaldamento che di cottura vitto e produzione acqua calda per usi igienici". (la 301/10-2, punto C nello specifico, diramata il 26 aprile 2005 dal Comando generale dell’arma dei carabinieri, IV reparto, direzione di Commissariato) Gli hanno tolto pure il riscaldamento e l’acqua calda! E l’Unto di Arcore dice che siamo pronti.

Già, siamo pronti. Peccato che nessuno abbia ancora capito a che cosa.

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