lunedì 19 febbraio 2007

Non abbiate paura




A volte mi sorprendo. Ieri, durante una complicata discussione con un amico riguardante DiCo e coppie di fatto mi sono trovato incredibilmente a difendere la Chiesa e papa Nazinger. Non le loro posizioni, ovviamente, ma il loro diritto di espressione. Parliamo tanto di libertà d’espressione, la rivendichiamo, com’è giusto, quando questa ci viene tolta o quando il potere vuole limitarla eppure noi stessi cerchiamo talora di soffocare le opinioni altrui. Di zittire gli altri.

Tuttavia, se l’art. 21 della Costituzione Italiana non è stato scritto solo per riempire un vuoto compreso tra il 20 e il 22 ritengo fondamentale che in questo Stato si garantisca il diritto d’espressione anche a gentaglia come preti, leghisti, xenofobi o neofascisti – almeno fino a quando non si configuri un reato quale apologia del fascismo. Garantire la libertà d’espressione non implica però favorirla: ed è qui che nasce il problema politico.


Nel caso della Chiesa cattolica nessuno dovrebbe spingersi a chiederne il silenzio. È un suo diritto quello di esprimersi sulle questioni riguardanti etica e morale così come è un suo diritto quello di parlare ai propri fedeli di simili questioni. Il vero problema dell’Italia non è tanto la Chiesa, il Vaticano, le gerarchie ecclesiastiche o i credenti: il vero problema risiede nell’ottusità di buona parte della nostra classe politica che non possiede il coraggio o semplicemente la maturità e la lungimiranza per ignorare i diktat pontifici o confessionali in genere e puntare ad uno Stato seriamente laico.

Forse sono solo furbi, i nostri politici. Considerate infatti quale enorme autorità morale – pur in declino – possiede ancora oggi la Chiesa cattolica e considerate quale enorme massa di voti riesce a spostare. La politica dei furbetti allora si riveste della più diffusa confessione religiosa professata in Italia, la venera come autorità morale, si prostra come zerbino ai suoi piedi e incamera voti dai cattolici apostolici romani. Una mano lava l’altra, no? D’altra parte la Chiesa, che mantiene al potere una determinata classe politica attraverso i voti dei propri fedeli, necessita di imporre per legge ciò che ormai non riesce più ad imporre per “fede”, e cioè la propria ideologia con il deleterio effetto collaterale di voler imporre il proprio sistema di pensiero a tutti, indiscriminatamente, creduloni, credenti e non. La Chiesa sopravvive, i politici conservano il proprio potere. Do ut des.

Non dobbiamo aver paura delle opinioni avanzate dalla Chiesa cattolica. Dobbiamo temere invece una classe politica di inetti che tiene in enorme considerazione e si prostra vergognosamente a qualunque minchionata dichiarata dal prete di turno. Lasciamo starnazzare i corvacci in tonaca e pensiamo ad una politica laica per favore, costruiamo una politica fatta dall’uomo, per l’uomo.

Dio lasciamolo giocare ai dadi.

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