martedì 27 febbraio 2007

Chiamatemi Ismaele

I punti fermi.

Punto primo: in Italia la sinistra esiste solo come categoria dello spirito ed utopia di qualche illuso passatista definito appartenente alla “sinistra radicale”. La sinistra, quella reale, ha smesso di esistere con la caduta del Pci. Dopo è stata solo una ridicola mascherata di centristi-neoliberisti-bigotti-guerrafondai-protettori-di-Confindustria che hanno ancora oggi la faccia tosta di appellarsi “compagni” riuscendo a rimanere seri.

Punto secondo: l’Italia senza la Democrazia Cristiana proprio non ci sa stare. Rassicurante come la gobba di Andreotti, approdo sicuro per teo-con, liberisti ipocriti e punto di riferimento moderato per il grosso degli elettori, questa formazione continua a sopravvivere camaleontescamente mutando nomi e forme eppure rimanendo sempre a dominare la politica e la vita degli italiani.

Punto terzo: il centro-sinistra italiano non vede l’ora di liquidare la “sinistra radicale” per il grande calderone del centro in cui gli italiani possano riconoscersi e per cui possano votare. Seguendo i principi del rasoio di Ockham diventa difficile non pensare che la crisi di governo sia stata pilotata dalla stessa maggioranza per escludere la “sinistra antagonista” in favore di una convergenza coi partiti di centro. D’Alema mi è sembrato piuttosto chiaro in proposito: Non abbiamo bisogno del Partito democratico per dire che questa sinistra non va bene, perché ce lo aveva già insegnato il partito comunista”... Se non è un siluramento ufficiale poco ci manca. D’altronde il Partito Democratico preme e con esso la sua logica moderata, riformista e catto-zerbinesca: basta sommare i voti di Ds, Margherita, IdV e Udeur per capire di come la “sinistra radicale” per loro rappresenti una palla al piede. Metterli in minoranza, isolarli è il primo passo: sarà poi il Partito Democratico a fagocitare quanto rimane della sinistra e a toglierle ogni peso politico contrattuale. Il centro-sinistra ha tirato sempre di più la corda fino al discorso di giovedì pronunciato da Baffino al Senato: chiaro lo scopo sotterraneo, quello di indispettire la “sinistra radicale”. Che tuttavia ha votato compatta, a parte gli ormai arcinoti Rossi e Turigliatto che insultati da tutti, hanno a mio giudizio solo la colpa di essere stati dei boccaloni. Di essere cascati nella trappola centrista della maggioranza di governo.

Prodi e compagni vogliono sbarcare al centro? Nulla da eccepire, per carità, il trasformismo è l’anima del potere: ma che almeno abbiano la dignità di non chiamare sinistra quella che è solo una sordida convergenza di interessi.

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