martedì 4 aprile 2006

Lo scontrino finale

Arrivati al redde rationem strappiamo lo scontrino finale dalla cassa di un imbalsamato e viscido Bruno Vespa. Non dirò più nulla perché mi sono stufato di Berlusconi, di quest'uomo arrogante, irritante e borioso che non sa dire null'altro se non "l'Italia è un'azienda troppo complicata". Mi sento amareggiato in quanto italiano mio malgrado (anche se la posizione geografica mi rende più vicino all'Africa che all'Italia). Mi sento insultato da questo imprenditore dal passato torbido al quale non è bastato l'immenso potere mediatico raggiunto anche grazie al sostegno e alla protezione di persone come Craxi, al quale non è bastata la "discesa in campo" del '94 e la conseguente fortuna di demagogo resa possibile solo dai colpi di ramazza sulla Prima Repubblica dati dal pool di Milano - la magistratura comunista che adesso tanto odia ma che prima gli ha fatto molto comodo, per capirci.

Non sono un dipendente della sua azienda. Non sono un dipendente dello Stato. Non sono uno strumento dello Stato, una spugna da spremere, un mattone con coi costruire il muro di una supposta democrazia, un future da investire in Borsa. Non sono un replicante, non sono un automa, non sono un pezzo anonimo della catena di montaggio "ITALIA". Sono UNA PERSONA.

UNA PERSONA.

E quest'uomo non lo vuole capire. Non ne posso più di Silvio Berlusconi. Non ne posso più di Romano Prodi. Non ne posso più di fascisti redivivi, di sepolcri imbiancati e di estremisti cattolici che si inchinano ai diktat della Chiesa cattolica o che non invocano la pena di morte solo perché sono cristiani. Non ne posso più di gente con due o più famiglie, amanti e figli illegittimi che pretende di difendere un valore astratto come quello della famiglia. Non ne posso più di gente che considera assurda la redistribuzione della ricchezza - meglio dare la caramellina della pensione a un milione di lire o lo zuccherino degli incentivi per il neonato, tanto poi lo crescono loro con i loro soldi... Non ne posso più dei dibattiti, delle tribune politiche, delle invettive scambiate e degli insulti continui. Infine non ne posso più di incontri paludati che fingono una par condicio inesistente che solo persone come me sono tenute a rispettare. Io, miserrimo speaker per divertimento e necessità di un programmino dilettantistico e senza pretesa alcuna, signor Nessuno di una minuscola radio iblea. Ok direte, e i 250.000 euro di multa ad Emilio Fede? Sono anche pochi se fate un rapido calcolo: mezz'ora di propaganda elettorale, tre volte al giorno per... per quanti anni? Non fatemi ridere per favore. Sanno solo buttare fango l'uno addosso all'altro, strumentalizzare bassamente il mostruoso e bestiale omicidio di un bambino, sputare supposte cifre Istat anche negando l'evidenza, illudere gli elettori per ingozzarsi con la propria fetta di potere - tanto le briciole agli uccellini bastano e avanzano. L'importante è che la gabbia sia sempre chiusa.

Per non farci scappare. Per non farci capire cosa significhi davvero una parola fin troppo abusata e della quale sembriamo aver scordato il vero significato. Libertà.

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