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giovedì 21 febbraio 2008

Lasciatemi divertire #6





lunedì 11 dicembre 2006

Ostaggi

Un governo ostaggio della sinistra radicale. Dispiace affermarlo, ma ormai non lo si può più nascondere. È chiaro che non si può governare con gente simile, è chiaro che il Paese non potrà mai progredire. Almeno fino a quando gente come Mastella o Rutelli saranno al governo...

L’unica vera sinistra radicale. Ho più volte lamentato dell’ipocrisia italiana che chiama radicale quella che, per idee ed ideali, dovrebbe essere semplicemente sinistra. E che considera centro-sinistra quella che, a voler essere buoni, può essere considerata tutt’al più una sbiadita, annacquata, neo-liberista seppur anti-berlusconiana forma di socialdemocrazia (perché la socialdemocrazia, quella vera, non ha nulla a che spartire con la politica e la mentalità italiana). Corretto dunque – anche se anormale per non dire anomalo – che la sinistra italiana contenga anche una parte di integralisti crociati che in passato si sono fregiati e hanno difeso la propria poltrona dietro il rassicurante bianco fiore simbol d’amore di uno scudo crociato.

Tuttavia, anche se il tempo e i rivolgimenti politici hanno costretto questa gente a cambiare casacca, la mentalità gretta dei baciapile cattolici è rimasta. Accade così che una proposta di legge del ministro per le Pari Opportunità sulla legalizzazione delle coppie di fatto abbia scatenato l’inferno all’interno della stessa maggioranza al governo. Mastella che minaccia di far cadere il governo, i margheritini che protestano indignati, lo stesso Prodi che, bontà sua, cerca di ricucire lo strappo pur prostrandosi come uno zerbino ad ogni parola di papa Nazinger.

Un governo ostaggio dei cattolici crociati che non accettano la possibilità di un pensiero diverso dal proprio, una discriminazione au contraire: non ti discrimino perché credi, ti discrimino perché non ti pieghi al mio modo di interpretare la realtà. I PACS proporrebbero una visione alternativa della famiglia… E allora? Dove sta il problema? Un cattolico credente osservante potrà continuare a sposarsi in chiesa senza alcuna limitazione mentre tutti gli altri potranno tutelare il proprio stato di coppia rendendo legale la propria unione. Unione innaturale ed anormale ribatterebbero allora i catto-bigotti. Ma ci sono tante altre azioni che, pur innaturali, sono comunemente accettate da tutti: vestirsi, radersi, scrivere, volare… Il problema non risiede nella naturalità dell’atto o nell’etica del singolo.

L’unico reale problema è quello di una Chiesa Cattolica che, temendo di perdere consensi e quindi potere vuole imporre ad uno Stato sovrano e laico quale l’Italia – beh, fingiamo di crederci per un attimo – un’etica e un corpus di norme comportamentali basato sulla dottrina cattolica. In soldoni: siccome la forza della persuasione ecclesiastica vale poco e nulla, la Chiesa vuole che la propria dottrina sia imposta per legge anche a chi cattolico non è. Comodo, nevvero?

Lo Stato italiano è costretto a subire giornalmente attacchi durissimi da parte del Vaticano che difende le proprie strutture di potere e la propria sopravvivenza a scapito di milioni d’italiani calpestandone i diritti, i sentimenti e le intelligenze. Un’etica dell’intolleranza che invece di essere bandita dalla civile e laica dialettica politica salta prepotentemente in primo piano soffocando il progresso culturale del nostro paese.

Questo governo rischia di cadere a causa di un manipolo di mentecatti egoisti e profittatori: spero che la parte sana della politica italiana – ammesso che ve ne sia una – riesca ad isolarli ed impedisca loro di imporre una visione parziale, distorta e confessionale della vita umana.

lunedì 10 luglio 2006

Di pastori tedeschi e pecoroni

Il viaggetto fuori porta di Papa Ratzinger e le sue esternazioni, invero piuttosto ripetitive, hanno provocato le solite fritture d’aria per giornalisti dal fegato intatto, di quelli che non rodendosi mai per i drammi del mondo possono tranquillamente conservarlo per notiziucole senza spessore e futilità simili. Nulla di nuovo, per carità. Il Papa difende la famiglia cristiana come fulcro della società attuale e ciò rende ancora più evidente la paura di una Chiesa che teme di essere limitata nel controllo delle menti e delimitata nel potere dal relativismo culturale. Non ripeterò quanto detto in un post precedente. Vorrei solo aggiungere un piccolo appunto sugli attacchi continui ed incomprensibili al premier spagnolo Zapatero.

Fischiato dai suoi stessi cittadini. Accusato di infantilismo politico da gentaglia come Sandro Bondi e Francesco Giro. Incompreso dal suo connazionale Navarro-Valls. Crocifisso dall'Avvenire.

Credo che il gesto di Zapatero debba essere considerato come un semplicissimo e disarmante esempio di etica personale. Né più né meno. Certo mi rendo conto che la morale persone come Bondi non sanno nemmeno cosa sia, così come comprendo lo sconcerto del portavoce pontificio quando tra le personalità di spicco che parteciparono in passato alle messe dei papi enumera figure come Ortega, Jaruzelsky, Pinochet o Fidel Castro. Gente che va lodata come fulgido esempio di amore fraterno e di carità cristiana, punto di riferimento per ogni fedele che voglia avvicinarsi al messaggio di Cristo...

Ma fatemi il piacere.

Zapatero così come il suo vice non erano tenuti a partecipare alla messa di Benedetto XVI. La messa non dovrebbe essere forse il momento in cui l’assemblea dei fedeli cristiani si riunisce per rafforzare il proprio legame con Dio e per celebrare il ricordo della morte e della passione di Gesù Cristo? Perciò delle due l’una. O le funzioni religiose rappresentano un momento imprescindibile del protocollo politico – allora ho finalmente la conferma ufficiale che le religioni non hanno nulla a che spartire con la fede individuale e prendo atto che quello di Zapatero è stato un gesto di rozzezza politica – o la religione e la politica sono binari indipendenti e separati che non devono mai ostacolarsi l’un l’altro – e allora non posso che plaudire alla coerenza e all’onestà intellettuale di uno Zapatero ateo che non ha alcun motivo per partecipare alla funzione celebrativa di una religione in cui non crede.

Non capisco perché sia così difficile da capire: una messa non è una cerimonia ufficiale e la scelta di parteciparvi o meno dovrebbe risiedere nella fede del singolo. Ma forse la Chiesa cattolica queste cose le ha dimenticate e preferisce l’ipocrisia genuflessa e reazionaria di chi si batte il petto professando una fede di facciata piuttosto che il dialogo con persone che possiedono una morale differente e vivono in pace il proprio rapporto con il mondo rispettando ogni forma di pensiero che gli attraversi la vita.