Eppure non riesco a capire come sia potuto accadere. Credevi nella
politica come azione e partecipazione alla gestione di una vita
associata senza tecnicismi o personalismi. Disprezzavi i politici di
mestiere. Ricercavi il bene comune. Non sopportavi i soprusi quotidiani e
le ingiustizie di una società regolata dall’avidità e dall’egoismo di
pochi.
Eppure riesco a vederti in un universo parallelo mentre
partecipi ai Meetup, segui il lavoro dei “Cittadini a Cinque Stelle”,
t’indigni per l’opinione che altri hanno del tuo movimento, condividi
sui social network status consolatori e autoreferenziali e dai
confidenza solo agli attivisti fedeli alla medesima causa di
emancipazione politica. Non so cosa sia andato storto, davvero. Eppure
sono certo che tu, caro me grillino, non nascerai mai.
Ho sempre
avuto fortissimi dubbi nei confronti del Grillo politico e dei suoi
sodali anche in tempi non sospetti, quando cioè dubitare di Grillo non
era di moda e anzi era visto come un pericoloso atteggiamento
reazionario da quella che fu la mia area di riferimento. A quei tempi si
pensava ancora che Grillo potesse essere inglobato nella sinistra
“istituzionale”: rappresentava già allora un possibile collettore di
voti e un catalizzatore della rabbia legittima e non rappresentata di
ampie fasce di cittadini ed era un’occasione troppo allettante per
essere sprecata. Non mi piaceva il Grillo “messia” che urlava contro
l’establishment in comizi camuffati da spettacoli teatrali. Non
sopportavo che delle buone idee fossero mescolate in maniera
superficiale e sensazionalistica, condite di complottismi e speziate
infine di un qualunquismo più o meno colpevole per raggiungere un numero
sufficiente di fedeli sostenitori, devoti all’idea grillina e talebani
della causa a Cinque Stelle tali da creare un partito politico
mascherato da movimento. La consideravo una mossa furba e sottile, un
modo per fare man bassa di facili consensi duepuntozero usando come
grimaldello tanti nobili e condivisibili ideali.
Caro me,
grillino mai nato, come ben sai la mia insofferenza si è esasperata
quando il vostro movimento d’opinione è diventato partito raccogliendo
consensi trasversali attraverso il marketing dell’esasperazione e
l’entusiasmo della novità postideologica e paraqualunquista. Il
liberatorio vaffanculo iniziale è diventato manifesto politico e il
vostro (bellissimo) programma un calderone di buoni propositi dove si
rimestavano concetti e idee provenienti dalle ideologie più varie in
nome di indistinte “cose giuste”. Senza tenere conto dell’ambiguità di
un simile termine, di come sia possibile oggettivare il concetto di
“giusto” e per chi una determinata cosa sia giusta o meno e in che
misura. Non siete un partito di sinistra, lo so, e capisco che certe
vostre posizioni – anche incongrue e incoerenti con altre vostre scelte
– siano dettate da quell’agglomerato ideologico talvolta confuso che
compone il vostro movimento. E mi spiace se non riesco a seguirvi,
legato come sono ad una visione progressista e socialdemocratica della
società rinvigorita da una idea libertaria di fondo.
Il Movimento Cinque Stelle ha esasperato le chiacchiere da bar elevandole ad apparecchio politico,
ignorando – facendo finta di ignorare – che a livello “democratico” non
possono esistere soluzioni semplici a problemi complicati. Già
Berlusconi nei suoi venti anni di regno aveva fatto qualcosa di simile
trasferendo la volgarità, il qualunquismo e le astuzie da cummenda nell’agone
politico: Grillo ha preferito puntare sulla rabbia dei tanti invece che
sulla classe sociale, raccogliendo in tal modo consensi provenienti da
ogni categoria della fiera umana possibile e immaginabile. Dal
professore allo studente. Dall’operaio al professionista. Dalla
casalinga all’ingegnere aerospaziale. Tutti arrabbiati, tutti incazzati.
Quasi tutti onesti e animati da magnifiche intenzioni. Molti di loro
digiuni di politica, alcuni di loro con insufficiente capacità critica e
pronti a confidare solo nella religione del blog grillino, unica fonte
attendibile di informazioni contro i pennivendoli venduti e i
giornalisti della esecrabile Ca$ta plutocratico-massonica. È facile
raccogliere consensi in questo modo: parlo del favore di pancia, non del
favore legittimo e incoraggiante acquistato da una maggiore
consapevolezza politica. Non mi piace questo modo di fare politica. E
non mi piace perché alla lunga logora il Paese e, cosa più importante,
in mancanza di risultati prima illudi e poi deludi le persone
abbandonandole in un buco nero senza speranze concrete.
Come
Berlusconi nei suoi venti anni di regno ha legittimato il fascismo,
inoltre, allo stesso modo Grillo ha legittimato gli imbecilli e gli
arroganti. Li ha fatti diventare forza politica. Ha dato loro in mano
uno strumento e una illusione della quale non sanno cogliere la
complessità. E soprattutto, che non sanno usare. Bianco o nero. Amico o
nemico. GGente o Ca$ta. Persone che non si sono mai interessate di
politica e di economia e adesso pontificano come i migliori premi Nobel:
sbagliando, com’è ovvio, e come accade a chi legge il mondo con la
superficialità dettata dalla fretta di recuperare il tempo perduto.
Con questo non intendo dire, ovviamemente, che il Movimento Cinque Stelle sia composto da imbecilli.
Voglio dire semplicemente che la percentuale di imbecilli di cui è
composto ciascun partito, setta, religione, condominio o squadra di
calcetto che dir si voglia nel caso del Movimento Cinque Stelle si sente
legittimata ad agire secondo il modo che gli è proprio perché vede che
l'arroganza, la violenza verbale e le volgarità vengono tollerate
all'interno del Movimento di cui fanno parte e magari ufficiosamente
incoraggiate.
C’è del buono tra i grillini, certo. Ci
sono belle persone oneste e animate da buoni propositi che credono nella
politica come attivismo, vero. Ma c’è anche tanto marcio in questo
movimento: l’arroganza dell’ultimo arrivato, la violenza dell’ultrà che
difende la propria squadra al di là di ogni logica. Prepotenti
dilettanti. Grilletti di una pistola carica che stanno facendo di tutto
per fare sparare salvo poi, candidamente, mostrare le mani come se
fossero monde da ogni colpa. E se qualcuno desidera muovere alcune
contraddizioni alla prassi del Movimento cercate di portare il discorso
verso i vostri mantra rassicuranti o, di contro, vi coprite del mantello
del vittimismo e lo insultate indignati cercando di nascondere il
terrificante vuoto ideologico che sta dietro il pensiero del vostro Capo
Supremo, depositario del Pensiero Unico e Leader Massimo, Padrone del
teatrino delle marionette nel quale vi permette di muovervi pensando di
essere liberi dai condizionamenti della politica della Ca$ta. Ma senza
mostrare troppa indipendenza, veh, che poi il giocattolo si rompe.
Non contesto caro me, grillino mai nato, il fatto che voi diciate di essere diversi dagli altri. Contesto il fatto che voi siate troppo simili agli altri perché io vi possa chiamare diversi:
simili nella pratica quotidiana al di là di occasionali per quanto
notevoli differenze. Partito irreggimentato, soldatini sostituibili
senza troppi pensieri, squadroni in marcia alla conquista di un potere
fetido e putrefatto per la maggior gloria del vostro capo. Ecco perché,
caro me grillino, non vedrai mai la luce nel mio mondo.
domenica 23 marzo 2014
Lettera ad un grillino mai nato
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