venerdì 20 gennaio 2012

Cinque giorni

Primo giorno di manifestazione. Io la penso così.

Secondo giorno della manifestazione. Polemiche su vicinanze e pericolose connivenze politiche di destra fama... Apriamo gli occhi a quanti li hanno chiusi ma cerchiamo di prendere quanto di buono c'è in questa manifestazione: l'impegno di gente che prima di politica non ne ha mai voluto sapere. Il compito di chi osserva criticamente sta allora nel mediare le istanze più che legittime e la giustissima rabbia delle persone e trasformarle in un percorso meditato e ponderato. Non strumentalizzarle, ma aiutare in tutta onestà intellettuale chi non possiede gli strumenti a formulare un'idea politica di medio e lungo respiro. In modo tale che, una volta presa coscienza di ciò che stanno facendo, possano allontanarsi (se lo credono) da gentaglia neo-fascista e neo-qualunquista di ogni risma.

Terzo giorno di manifestazione. Ieri sera sono tornato in un paio di presidi a Modica per cercare di "tastare il polso" ai manifestanti. Moltissima rabbia e malcontento, nessuna programmazione o coordinamento, idee confuse e speranze al limite dell'illusione sull'esito dei blocchi. Nessun condizionamento politico o partitico degno di nota, almeno a Modica... Forza nuova comprimaria della manifestazione? Stupidi gli altri movimenti che non stanno scendendo in strada per capire e discutere con i manifestanti. E' un movimento di popolo? Una folla non pensa, d'accordo, ma i singoli componenti sì. I partiti hanno fallito? Ripartiamo dall'antipolitica allora, strappiamola al populismo e agli sciacalli di ogni colore e facciamo in modo che sia un punto di partenza per radicare una nuova coscienza, politica questa, nella gente. Invito, infine, quanti deridono l'ingenuità e la grammatica zoppicante di certi manifestanti a discutere senza preconcetti con loro. Rimarrebbero sorpresi della saggezza che si può trovare in strada, lontano dai libri.

Quarto giorno di manifestazione. Ieri corteo al Corso Umberto di Modica al quale si sono aggiunte le scuole. I ragazzi sfilano rumorosamente, com'è normale che accada in un corteo di giovani e scuole. Poi l'anormale. I ragazzi si siedono a terra e si preparano ad un sit-in davanti al Comune ma subito arriva un capo-popolo in tenuta da "forcone" che li fa alzare e comincia a farli inveire contro i negozianti che sono rimasti aperti... Perché questa guerra tra poveri? Perché l'individuo in tenuta blu da forcone non ha voluto che si tenesse un pacifico sit-in contro quella politica che si dice tanto di voler prendere a calci nel sedere? Temo, piuttosto, che questo movimento sia guidato da persone che i politici, soliti noti e vecchi volponi, vogliano tenerseli buoni. In caldo, in attesa del ritorno al caro assistenzialismo croce e delizia del popolo siciliano.

Quinto (ultimo?) giorno di manifestazione. Il faccia a faccia di ieri tra Lombardo e Ferro quasi un regolamento di conti tra vecchi compagni di partito e l'appuntamento per un futuro agone elettorale. A questo punto credo sia chiaro, soprattutto dopo la passerella involontaria offerta dall'ottimo Sandro Ruotolo (che però ieri mi ha deluso non poco), che i leader del movimento si apprestano a fondare un nuovo partito raccogliendo consensi nell'enorme e giustificato bacino di scontento popolare ma intellighenzia tra populismi e autonomismi vari, formazioni di centrodestra e destra esaltata. Una protesta disorganizzata, senza richieste chiare e ragionevoli e senza interlocutori istituzionali si appresta a morire tragicamente d'inedia. Anche se continuasse ad oltranza... Bloccare chi, bloccare perché? Bloccare invano. Come una madre che per protestare contro la fame del figlio lo lascia morire di fame... "Sempri i pezzi vanu all'aria" dice un proverbio modicano. E' una guerra tra poveri, un armiamoci e partite che non può convincere quanti sanno come vanno le cose in Sicilia. E la brava gente che protesta al freddo pensando davvero di salvare la propria terra dalla disperazione (il 98% per cento di quelli scesi in strada) mentre bravacci squadristi impongono con la violenza e le minacce i diktat di una rivoluzione per finta voluta da leader ambigui che sognano di dominare il popolo siciliano quanto e più di altri.

Nessun commento: