giovedì 29 novembre 2007

L'inferno Svizzera

Comprendo che la questione migranti possa essere un problema per i governi dei paesi che li accolgono. Difficile trovare una sistemazione dignitosa per ogni immigrato, difficile limitare i flussi migratori, difficile contrastare l’immigrazione clandestina. Comprendo anche l’enorme difficoltà per un immigrato di inserirsi nella società in cui sceglie di vivere: la lingua, gli usi differenti, il razzismo strisciante, la burocrazia.

Difficile pensare però che iniziative simili possano risolvere il problema. Sono una facile scappatoia e rappresentano solo la parte più vile e demagogica della politica. Vile perché il mondo riproposto nello spot è irreale: difficilmente un giovane africano benestante che volesse studiare in Europa tenterebbe le vie dell’immigrazione clandestina. Demagogica perché lo spot serve in realtà come grancassa per i proclami del populista di turno che sfrutta a suo vantaggio il malcontento popolare.

”Abbiamo la responsabilità di aprire gli occhi a queste persone affinché si rendano conto della vita che potrebbe attenderle” afferma Eduard Gnesa, responsabile del dipartimento dell'emigrazione. Certo, come no. Le solite affermazioni politically correct dietro cui si nasconde la xenofobia di un paese che ha vissuto secoli di splendido isolamento... Però sarebbe sbagliato affermare che tutti gli svizzeri sono razzisti. Sono molto aperti ad altre culture: l’importante è che queste investano nelle loro banche. Un mondo a colori? Solo se questo ha lo sporco colore del denaro.



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