lunedì 19 giugno 2006

Il paesaggio sobbalzava, irredimibile

Insonnia condizione perenne. Lontano dalla mia indipendenza catanese, giaccio immobile sul mio letto costretto al buio dal vincente fratello imprenditore (la parte rispettabile della mia famiglia) che si gode il suo meritato sonno dopo una giornata di lavoro. Dal lettore Mp3 escono delle note stravaganti. Non stonate, sorprendenti. Insieme alle atmosfere oscure dei Black Tape for a Blue Girl fiorisce un sorriso delicato, una cover inchiodata nel ricordo di un’estate straordinaria e terribile come quella dello scorso anno. Eye in the sky, canzone di Alan Parsons raccontata con passione da una Noa straordinaria.

“I’m the eye in the sky, looking at you I can read your mind…”. Perché è sempre la stessa storia, aggrapparsi al cielo e pretendere di trovare quell’occhio crepato a guardarci o avvolgersi in una coperta di stelle come fossero le efelidi di Dio, assorbire il silenzio di luoghi dell’anima o sdraiarsi al limitare di uno strapiombo ad ascoltare i grilli cantare la prosodia di un elegiaco minore, guidare per ore in compagnia di un fantasma accovacciato sui cuscini della tua memoria o di un affetto confuso e sincero riaffiorato per caso come un fiume carsico… Amo le strade perché sanno sempre dove andare. Conoscono la direzione da prendere, s’inseguono e s’annullano a vicenda. Indicano la via da seguire e trapassano gli ostacoli dell’incertezza senza avvedersene nemmeno. Amo le strade, agli antipodi dalla condizione quotidiana. Come se si fosse perennemente sull’orlo di un precipizio e i cancelli dietro di noi fossero stati chiusi per non poter più tornare indietro, come se restassimo bloccati in atmosfera protetta, soffocati dalla bambagia dell’abulia e legati dalle catene del nostro passato sulle rocce puntute del ricordo.

Si dice che quando non succede niente c’è un miracolo che non stiamo vedendo: e allora dov’è questo miracolo, possibile che sia così cieco ed inetto da non riuscire a percepire nemmeno i suoi passi pestare le foglie cadute della mia speranza? Resta un albero spoglio puntare i rami dell’illusione ed accusare il cielo.

“Il tuo oggi non ha potere sul domani, e il pensiero del domani non ti frutta che malinconia. Non buttar via questo istante, se il tuo cuore è vinto, perché questo resto di vita non si sa quanto possa valere” (Omar Khayyâm)


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