lunedì 2 gennaio 2006

Sconcerto

È sempre un’emozione insolita assistere ad un concerto di Vinicio Capossela. San Silvestro, Ragusa: il buon Vinicio si regala in piazza per assassinare l’anno vecchio con una scarica d’energia musicale. “Orchestra pezzi a richiesta repertorio della festa”: non c’è spazio per il Vinicio malinconico quella sera, solo un grande Vinicio sbronzo al punto giusto tra festa, risate, indovinelli e divertimento. E una quantità oscena di alcool chiaramente. Io poi ho la fortuna di seguire il concerto da dietro le quinte e di far conoscenza non solo con diversi incredibili dignitari della corte viniciana, ma anche con Lui, il gran Re etilico in persona! Il giorno successivo incontro un mio amico che ha assistito al concerto, ma il suo giudizio riguardo alla serata è praticamente opposto al mio. Il nostro giudizio è unanime solo sulla bravura dei musicisti che accompagnavano Vinicio: per il resto, mentre io lodo con termini barocchi la performance di Vinicio il mio amico la boccia senza mezzi termini con minimalismo haiku appuntandosi sull’ubriachezza esagerata e sulle canzoni, in alcuni casi farfugliate, tartagliate ed incomprensibili. Come a dire una mancanza di rispetto nei confronti del pubblico.

Eppure Vinicio è proprio questo: ubriaco, stronzo, strafatto, ma capace come pochi di cantare con le parole visionarie dei matti un mondo di borderline, derelitti e disgraziati. La piana ipermercata, il suburbio tangenziale, la periferia estrema, il mondo rotolante di giostrai e zingareschi camminanti o di beoni, puttanieri ed imbroglioni, ed infine la bellezza e la sottile disperazione del vivere vista attraverso l’occhio dei perdenti, errori di programmazione nel sistema operativo della società.

Non riesco proprio ad immaginarmi un Vinicio diverso: con una musica che non sia atipica, con un linguaggio che non sia atipico, con uno stile di vita che non sia atipico, circondato da persone che non siano atipiche. E ascoltato da noi inguaribili atipici che ci sentiamo talora fin troppo vicini a lui e al suo mondo folle e sconclusionato…

Grazie Vinicio.

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