domenica 5 agosto 2012

Moloch


E alla fine ha capitolato. Divide et impera, mandatelo lontano che poi passerà. Dimenticheranno. In questo Paese bello e ridicolo non poteva che accadere, infine, anche a lui. Antonino Ingroia, primadonna e giudice antimafia, procuratore aggiunto di Palermo e coscienzioso ricercatore di una verità difficile della quale a nessuno sembra davvero importare, è stato trascinato sul fondo dalle sabbie mobili di un potere che tutto risucchia. Di un Moloch che chiede l’estremo sacrificio ai suoi uomini, anche a costo di snaturare il loro spirito e la loro vita sull’altare dell’estrema “ragion di Stato”.

Sulla vicenda della trattativa c'è una ragion di Stato che impedisce l'accertamento della verità sulla base delle ragioni del diritto penale? Se è così, dalla politica devono venire parole chiare: se si ritiene che debbano essere sottratte alla verifica della magistratura temi o territori coperti dalla ragione di Stato, lo si dica […]. Di fronte a una legge, o a una commissione di inchiesta politica che ribadisse la ragion di Stato dietro la trattativa, la magistratura non potrebbe fare altro che fare un passo indietro. In caso contrario, la legge ci impone di andare avanti”. Trattativa Stato – mafia, o per dire meglio stato – Mafia. Un macigno che pesa sugli ultimi brandelli della democrazia italiana pur nell’ingenua farsa di un segreto a tutti noto almeno nel suo incedere più ampio. Stato e mafia andati a braccetto. Lo Stato che aiuta la mafia, la mafia che ingrassa lo Stato.

Una provocazione, si è detto da più parti. Come a voler mettere chiarezza nella viscida ambiguità bifronte della politica, a voler illuminare le zone grigie, a tirar dentro i colletti bianchi. Ma una provocazione che sa tanto di malinconica bandiera bianca, la rassegnata débâcle di un giusto dinanzi alla rovina del suo mondo. Ma invocare la “ragion di Stato” trascina con sé un altro principio, vigliacco e disfattista. La ragion di Stato genera mostri. Il segreto. Segreto di Stato, a farci il callo. Decenni di stragi impunite, mandanti nascosti dalla cortina che avvelena l’aria e morti fin troppo evidenti. Anche le stragi di mafia saranno segretate? Che ce lo dicano allora: l’Italia è un paese governato dalla mafia. Almeno ce ne faremo una ragione e ben presto penseremo ad altro. 

D’altronde, il campionato è vicino.

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