Ecco dunque le parole esatte del Papa: “Penso che la realtà più efficiente, più presente e più forte nella lotta contro Aids sia proprio la Chiesa cattolica con le sue strutture, i suoi movimenti e comunità. Penso a Sant’Egidio che fa tanto nella lotta contro l’Aids, ai camilliani, alle suore a disposizione dei malati. Non si può superare il problema dell’Aids solo con i soldi, che pure sono necessari, se non c’è anima che sa applicare un aiuto. E non si può superare questo dramma con la distribuzione di preservativi, che al contrario aumentano il problema. La soluzione può essere duplice, l’umanizzazione della sessualità e una vera amicizia verso le persone sofferenti, la disponibilità anche con sacrifici personali ad essere con i sofferenti. Questa è la nostra duplice forza: rinnovare l’uomo interiormente, dargli forza spirituale e umana per avere un comportamento giusto e insieme la capacità di soffrire con i sofferenti nelle situazioni di prova. Mi sembra la giusta risposta che la Chiesa dà, un contributo importante”.
Questo è quanto.
È indiscutibile l’affermazione del Papa: la distribuzione dei preservativi non sconfigge l’Aids ma ne aumenta il problema. L’ha detto, e su questo non ci piove. Il problema di Benedetto XVI credo però sia comune non tanto ai cattolici, quanto a molti intellettuali in genere: parlo della lontananza dalla realtà, parlo della pragmaticità che manca a molti intellettuali abituati a fini esercizi retorici ma incapaci di agire concretamente. Papa Ratzinger voleva dire in realtà – con parole sbagliate – che l'incentivo all'utilizzo del preservativo rafforza l'idea che il sesso sia un semplice strumento di piacere, svincolandolo dall'importanza etica che invece dovrebbe avere. La procreazione, almeno nella dottrina cattolica, o più in generale nell’idealità laica, agnostica e perché no, anche atea, un rapporto fisico tra due persone volto al piacere reciproco: ma che questo avvenga nel profondo rispetto del corpo e dell'anima di chi ci sta accanto.
Ecco, io credo, qual era il senso delle parole del Papa. Nazinger ha parlato attraverso la dottrina proponendo una soluzione a lungo termine ma dimenticando il problema immediato, vale a dire la catastrofica emergenza sanitaria che impedisce all'Africa di rialzarsi. Il vecchietto teutonico non ha compreso, da fine intellettuale qual è definito, i risvolti negativi che una frase quale “i preservativi aumentano il problema dell’Aids” potrebbe avere tra i credenti. Un errore di percezione, una comunicazione pericolosamente monca. Perché non tutti avranno ascoltato o letto per intero il discorso dell'omino bianco, perché non tutti avranno capito la sottigliezza del suo ragionamento, perché una dichiarazione arzigogolata verrà ridotta e banalizzata, per forza di cose, a concetti semplici. In buona o in cattiva fede. E allora passerà la considerazione più ovvia, viste le premesse: se il preservativo aumenta il problema dell'Aids allora non bisogna usare il preservativo. Condannando alla malattia se non a morte milioni di persone. Un personaggio pubblico, il sovrano di uno Stato straniero, il capo della Chiesa cattolica e l'autorità morale per eccellenza dei cristiani non può permettersi tali leggerezze.
Perché è un dato di fatto che i profilattici sono uno strumento indispensabile per contrastare la diffusione delle malattie veneree.
Certo ha ragione anche il pastore tedesco quando afferma che il problema reale del continente nero è un altro: quello delle cure mediche, il diritto alla salute che purtroppo in Africa è un diritto negato. L’uso del preservativo, è bene ripeterlo, rimane indispensabile, ma da solo non può bastare. A questo si dovrebbero affiancare le cure, che dovrebbero essere accessibili a tutti, gratuite, in barba alle logiche perverse delle multinazionali che producono e brevettano farmaci. Infine, la prevenzione e soprattutto una maggiore conoscenza dei meccanismi di contagio da parte delle persone. Solo così si potrà cominciare a fronteggiare il problema, in Africa e nel resto del mondo: altrimenti è solo uno sproloquiare su aria fritta che non risolve niente. A parte qualche titolone scandalizzato sui giornali, si capisce.
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