mercoledì 25 giugno 2008

Stracciate l'articolo 21

Sgomento.

Accade questo quando il coraggio e l'abnegazione di un giornalista si scontrano contro il muro di gomma dei poteri forti. Carlo Ruta, amico giornalista e storico è stato condannato ad una pena pecuniaria per stampa clandestina. Non importa che Carlo Ruta adesso se la sia cavata con poco più di una multa e il pagamento delle spese processuali... In primo grado quest'uomo era stato condannato ad otto mesi di prigione. Condanna assurda, condanna ridicola. Un diritto, quello della libertà d'espressione, leso da una sentenza oscurantista ed inquietante. Un pretesto eretto a difesa dei soliti noti, degli amici degli amici. Un pretesto per tappare la bocca e per mettere a tacere una delle poche voci libere ancora degne di essere definite giornalista.

Carlo Ruta condannato per stampa clandestina? No amici cari. Carlo Ruta è stato condannato per quello che ha detto. Carlo Ruta è stato condannato perché la finisse di scoperchiare gineprai, di rompere le scatole con la ricerca di una verità altra, perché la sua condanna fungesse da lezione e monito ad altri. Punirne uno per educarne cento...

Puniteci tutti allora, condannate tutti noi perché tutti noi siamo colpevoli. Colpevoli come un uomo che volevano mettere in cella per essere rimasto libero nello spirito.

Una colpa, questa, che il Potere non può certo lasciare impunita.

2 commenti:

Dyo ha detto...

Lo sapevo.
Che dire, se non che, se non fosse tragico, sarebbe ridicolo?

Marco il Lunatico ha detto...

Tutto ciò è inquietante. Figurati che ho moderato un incontro con questo giornalista e il direttore di un periodico libertario e ci siamo ritrovati degli agenti della Digos tra il pubblico...

Inquietante, ripeto. Non mi piace la piega che stanno prendendo gli eventi in Italia.