lunedì 5 maggio 2008

De Profundis

Suonare le campane a morto non servirà a nulla nemmeno stavolta. Perse le elezioni, persa la speranza. Vince la destra, stravince. Ancora una volta, follemente, gli italiani hanno scelto Silvio Berlusconi con un inquietante codazzo di leghisti ed autonomisti. Ventimila leghe sotto il Nano. Tolti di mezzo i baciapile dell’Udc dal governo ritornano tuttavia i signori dell’a-moralità: tornano gli autonomisti, i razzisti, i condannati, i revisionisti. Tornano i politici di professione, gli inquisiti, i furbastri, gli affaristi. I mafiosi, i populisti, i demagoghi. Partito delle Libertà… Basta solo il nome. Una vergogna macchiare con le loro turpi manovre una delle parole più belle che possano affiorare sulla bocca di un uomo: Libertà. Cosa ne sanno loro, di libertà?
Un governo stabile purtroppo, nonostante quel povero disgraziato di Bossi al quale i media nazionali danno credito ancora per oscura pietà. Perché l’Italia si sposta sempre più a destra? Perché tutto ciò che si avvicina anche lontanamente alla sinistra riesce a perdere anche un torneo di bocce? Indicativo l’avanzamento della destra più becera e populista: Lega Nord in primo luogo, ma da non sottovalutare nemmeno il successo de “La Destra” di Storace – che ha accolto buona parte dei destri che non hanno digerito lo scioglimento di An nel PdL – e di quella formazione anticostituzionale quale Forza Nuova di Roberto Fiore. Su questo risultato ha pesato, io credo, la mancanza di certezze degli italiani e soprattutto un crescente senso di insicurezza che investe soprattutto le città del Nord. La destra è riuscita a colmare un vuoto ideologico grazie alla demagogia di chi urla cacciamo gli stranieri, tolleranza zero, Roma ladrona, fucili caldi e minchionate simili. Un popolo impaurito e senza punti di riferimento è facile a scaldarsi. Ad essere manovrato.

La destra estrema in Italia ha raccolto consensi anche grazie a questo. Fondamentalmente non credo che gli italiani siano razzisti: diffidenti sì, conservatori, ma non razzisti della peggior specie. Semplicemente, l’italiano medio vuole vivere tranquillamente, vuole sicurezza personale: ecco perché avanzano le destre in Italia, ed ecco perché ancora una volta il centrosinistra non ha saputo interpretare i bisogni della popolazione italiana. O meglio, pur sapendoli interpretare non è riuscito a comunicare le proprie strategie – valide, per inciso – per stroncare la criminalità e per fornire maggiori sicurezze ai cittadini italiani. La gente ha paura e il governo Prodi che fa? L’indulto. Continuiamo a farci del male.

Tonfo dell’Udc in quasi tutta Italia, che paga a caro prezzo la scelta di correre da sola. Tiene alla Camera mentre si ritrova fortemente ridimensionata al Senato con soli tre senatori. A dirla tutta mi spiace che l’Udc abbia avuto anche quei tre senatori perché uno di essi è Totò Cuffaro, un uomo che definire uomo credo sia un insulto alla categoria. Totò Cuffaro, ex governatore della Sicilia condannato in primo grado a cinque anni per favoreggiamento a singole personalità mafiose e all’interdizione dei pubblici uffici: lo voglio ricordare fino alla nausea. Totò Cuffaro, capolista dell’Udc in Sicilia che grazie a questa elezione, come preannunciato si salverà il culetto dal carcere.

Immunità parlamentare!

E questa sarebbe la difesa dei valori che l’Udc vuole portare avanti? Candidare un tizio già condannato in primo grado a cinque anni di galera… Smettetela di fare gli ipocriti e, per cortesia, andate al diavolo.

Passiamo a quella che ormai, bontà loro, si definisce con un po’ di presunzione autoreferenziale sinistra. Il Partito Democratico. Una formazione politica nuova che ha tagliato i contatti con la sinistra cosiddetta radicale presentandosi come il primo grande partito riformista italiano. Centrosinistra insomma. Il Pd ha tenuto bene in effetti, e la presenza di Veltroni ha certamente contribuito a fargli acquistare consensi. Veltroni è rassicurante, parla bene e sa come accattivarsi la simpatia della gente: un candidato dalla presenza scenica più forte di Prodi, che per vitalità e potenza retorica era assimilabile ad una pirofila di cozze gratinate. Veltroni tuttavia non ce l’ha fatta, però credo che questo possa essere un buon inizio per lui e per le persone che hanno creduto in lui. Non è sinistra, certo, ma una riproduzione stinta che somiglia fin troppo al PdL… Bah, staremo a vedere. Certo l’inizio non è dei migliori con dichiarazioni ridicole quali “opposizione non ideologica” e “governo ombra”. E sappiamo bene che l’ombra segue di pari passo il corpo dal quale deriva e grazie al quale vive… Il Veltrusconi. Continuiamo a farci del male.

Eccellente risultato per l’Italia dei Valori di Antonio di Pietro che esce da queste elezioni come il quarto partito italiano, un partito che quasi raddoppia la sua presenza alla Camera e la triplica al Senato: possiamo dire che il partito di Di Pietro sia stato uno dei pochi a “sinistra” a comprendere le voci della gente e a dialogare con loro. È bene non dimenticare tuttavia quanto sia ancora importante la figura di Antonio di Pietro nell’immaginario collettivo e quanto, nei momenti di incertezza, una figura emblematica possa farsi simbolo e catalizzatrice delle ansie e delle paure degli elettori.

Andiamo infine alla vittima più illustre di questa competizione elettorale. Ei fu. La sinistra. Anzi “La Sinistra – L’arcobaleno”. E continuiamo a farci del male. Un cerbero senza denti formato dalle rovine di Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi. Che dire: una debàcle, una disfatta, una Waterloo con una impressionante emorragia di voti. Quasi due milioni e mezzo in meno rispetto al 2006 per un impressionante 61,5%. In questo caso inutile negare che uno dei carnefici della sinistra arcobaleno sia stato proprio il Partito Democratico: sarebbe da ipocriti affermare il contrario. Il PD ha rotto i ponti con la sinistra per motivi di convenienza elettorale, per cercare di scrollarsi di dosso l’immagine di comunisti che esaltati come Berlusconi ancora oggi, ridicolmente, affibiano a qualsiasi individuo che non la pensi come loro. Via la sinistra dal PD insomma, per diventare politically correct e non indispettire Confindustria e Montezemolo. Non dimentichiamo poi il continuo richiamo al voto utile, che ha convinto moltissimi elettori della sinistra a votare a denti stretti per il Partito Democratico: molti elettori della sinistra hanno pensato che votare Sinistra Arcobaleno sarebbe stato come regalare un voto a Berlusconi. Non è bastato purtroppo, e così le uniche forze più o meno di sinistra in Italia sono rimaste fuori dai giochi di governo del Paese… Pazienza.

In questi anni speriamo che la sinistra riesca finalmente a comprendere i propri limiti e che la smetta, e lo dico a voce alta, la smetta di andare appresso ai ragazzetti dei centri sociali o a fare lotte ideologiche che spesso entusiasmano solo le persone coinvolte e che lasciano il tempo che trovano. Ha ragione Diliberto quando dice che la sinistra, se vuole acquistare consensi, deve tornare ai vecchi simboli: falce e martello. Simboli dei lavoratori. Assolutamente datati nella forma, ancora attuali nella sostanza. Simboli che in passato hanno rappresentato nell’Europa libera, e quindi anche in Italia, volontà di riscatto, di modernità e di giustizia sociale per le classi cosiddette subalterne. Ricominciare dalla gente, dagli operai, dai lavoratori: smetterla di essere solo il partito dei cineforum, delle kefie, della solidarietà al popolo palestinese, dell’antiamerikanismo con la kappa, della legalizzazione delle droghe leggere. Smetterla di andare dietro a bagattelle o a drammi complessi ma che si risolvono in inutile populismo e dietrologia se discussi in Italia.

Basta, basta.

Smettetela per favore, e tornate tra la gente, tornate ad ascoltare la gente e a parlare il loro linguaggio. Operai, contadini, precari, pensionati, nuovi poveri: gente che verrà spazzata via dal berlusconismo come un fiume in piena e che difficilmente l’opposizione veltroniana, costruttiva ma non ideologica, riuscirà a contrastare. Ricordate che Veltroni ha detto che la lotta di classe è ormai superata… Ricordatelo. Bandiere arcobaleno, compagni. Social forum, danze e bellissime canzoni di lotta usate da ragazzetti che non sanno nemmeno dove stanno messi. Professori ed intellettuali fighetti con la puzzetta sotto il naso. Sciarpette, eskimo, cene sociali: basta, smettetela. Tornate a fare una seria politica di sinistra e la gente tornerà a votare per voi. Come facevano i nostri nonni, come hanno fatto i nostri padri.

Tornate a fare i comunisti, se ancora vi ricordate cosa significa.

4 commenti:

Dyo ha detto...

Ci credi se ti dico che, grosso modo, condivido quello che hai scritto?
Certo, siamo su posizioni diverse, ma come sempre sei lucido, razionale e sensato.
Benvenuto su una piattaforma funzionante: era ora.
:)

Marco il Lunatico ha detto...

Certamente! Non sei una di quelle che si arrocca su posizioni ideologiche: non sei mica comunista ;-)

Spero di essere più presente su questa nuova creaturina... A presto!

Anonimo ha detto...

"ed ecco perché ancora una volta il centrosinistra non ha saputo interpretare i bisogni della popolazione italiana. O meglio, pur sapendoli interpretare non è riuscito a comunicare le proprie strategie – valide, per inciso – per stroncare la criminalità e per fornire maggiori sicurezze ai cittadini italiani."

Troppo ottimista. Quelli del PD hanno perso perche' sono imbecilli, e gli sta bene.

Marco il Lunatico ha detto...

Condivido pienamente la tua opinione. Ecco perché alle amministrative di giugno voterò ed inviterò a votare scheda nulla. Stupido, se vuoi, ma cosa posso fare? Credo che votare centrodestra in Sicilia sia immorale. Credo che votare centro-pseudo-sinistra sia deprimente. Credo che votare quella che si definisce sinistra sia ormai ridicolo.

Scheda nulla, e al diavolo tutti.