sabato 7 gennaio 2006

Bipartisan

Che Casini nella politica italiana postcapodannesca. Ancora stordito dai botti il beneamato presidente della Camera, il George Clooney dell’Udc Pierferdinando Casini ha ritenuto opportuno rivelare a tutti una profonda e terribile verità che nessuno mai aveva sospettato: in politica non esistono superiorità morali di nessun partito.

Wow… E chi lo avrebbe mai immaginato?

Credo che stanotte non riuscirò a dormire al pensiero di una simile angosciosa rivelazione che ha tanto il sapore dell’acqua calda e la robusta solidità di una porta sfondata. Tu uccidi un uomo morto caro Pierferdinando: considerando che non ci sono più le mezze stagioni e non si sa più come vestirsi poi! Certo, sono sempre i migliori quelli che se ne vanno, ed è per questo motivo che io posso tranquillamente aspirare all’immortalità…

Potrei continuare all’infinito elencando ovvietà simili. Incredibile che un uomo tutto sommato intelligente come Casini sia arrivato ad una tale conclusione solo adesso, mentre è almeno dal tempo dell’Impero Romano che gli italiani hanno compreso una cosa simile. Peccato che poi Casini rovini tutto dicendo che ogni formazione politica merita rispetto… Ma non potevamo aspettarci altro se non la moderazione da un uomo che sta fremendo per accaparrarsi primierato e settebello alle prossime elezioni politiche e tenta di rastrellare consensi dai moderati di destra e di sinistra per ricreare finalmente il nuovo centro. Magari assieme al Rutellone, un uomo che sembra appena uscito dalle foto della cresima – avete presente quelle foto anni ’70 in cui i ragazzini con la cravatta sottile e la riga mostrano orgogliosi l’orologio ricevuto in dono dal padrino?

Per anni ho creduto alla superiorità morale della sinistra, avendovi militato con convinzione e devozione: per fortuna adesso non devo più dar conto a nessuno delle mie scelte politiche se non alla mia coscienza. Appartenevo ad una formazione giovanile che si occupava – e si occupa tuttora – per lo più di politica universitaria: in un periodo vicino alle elezioni dei vari rappresentanti ai consigli di facoltà e agli organi superiori partecipai ad una riunione che avrebbe dovuto decidere il modus operandi. Quasi tre ore a parlare di turn over, di incarichi da spartire e di voti da raccattare e nessuno che parlasse di uno straccio di programma! Quando uno di loro mi chiese di portare al partito (anzi, al Partito) almeno una cinquantina di voti io chiesi lumi sul programma: cosa diavolo avrei dovuto dire per avere il consenso delle persone a cui chiedevo il voto? La risposta, fenomenale, fu: “Prima portaci i voti e poi del programma ne discuteremo insieme”.

Da allora ho smesso di credere nella politica di partito. E non crediate che sia accaduto chissà quanti decenni fa, voto da sette anni appena…

E allora quando smetteremo di credere alle nefandezze della democrazia rappresentativa e all’illusione della sovranità popolare? La politica è lotta per il potere. Punto e basta. Certo, se volete credere che Berlusconi non abbia mai fatto affari con la politica, o che Fassino non abbia mai detto a Consorte “Allora Gianni, siamo padroni della banca?”, o che gente come Casini o Rutelli abbia realmente a cuore il destino degli italiani siete liberissimi di farlo, non sarò io ad impedirvelo.

Siete anche liberi di credere che in Italia l’economia sia in crescita. Intanto a Giugliano, in provincia di Napoli, dei ladri hanno rubato i pacchi dono destinati ai bambini di una scuola materna…

Buon anno a tutti.

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