sabato 31 dicembre 2005

Io accetto

Le solite due righe in cronaca che lasciano appena trasparire la disperazione di un uomo... A Troia, un piccolo paesino della provincia di Foggia un uomo è entrato in municipio con tanto di ascia in mano chiedendo un posto di lavoro e una casa: è stato bloccato poco tempo dopo dai carabinieri, disarmato e denunciato (ANSA, 11:44, 30-12-05).

Accesso di follia? La televisione di questi giorni trasmette in continuazione immagini di tavole imbandite, doni sotto gli alberi, frizzi lazzi e schiamazzi. È vero, c'è la recessione. Calano le vendite di salmone, caviale e champagne, le famiglie tirano la cinghia, aumenti generalizzati e povertà diffusa... Ma quando non hai di che vivere non ti accorgi di tutto questo. Guardi solo la tua famiglia. Guardi tua moglie che vorrebbe una casa migliore, tuo figlio che ti parla continuamente dell'ultimo videofonino e tua figlia che agogna costosissimi stivali all'ultimo grido, guardi fuori dalla finestra la tua macchina scassata e non sai ancora quanto potrà tirare avanti... Guardi tutto questo e non sai trovarne la ragione.

Prima di condannare quest’uomo dovremmo cercare di capirlo. Il Sud vive da sempre in una morsa strettissima di politica, malavita e disoccupazione. Disoccupazione strisciante, lavoro nero e voto di scambio sono stati per molti anni le uniche scelte possibili per molti meridionali... E lo sono tuttora. Le promesse di politici imbrillantinati sono servite solo a rimpinguare il loro portafoglio e a creare una folta schiera di clienti disposti a tutto pur di un posto di lavoro, e le politiche di sviluppo degli anni scorsi hanno creato solamente cattedrali nel deserto occupazionale senza la benché minima forma di miglioramento del tenore di vita locale. E poi c'è la criminalità: mafia, 'ndrangheta, camorra, Sacra Corona Unita, politica, chiamatela come volete... Lo Stato al sud è semplice leggenda. A volte non capisci dove finisce la politica e dove comincia la mafia, e viceversa: questa gente ha il potere assoluto nei tuoi confronti, dal classico "favore" (che ripagherai almeno per cinquanta volte) alla richiesta del pizzo. Denunciamo è la voce che si leva da più parti, la voglia di legalità che supera la prepotenza di quattro imbecilli. Sì, provate a denunciare: lo Stato vi abbandonerà quasi subito mentre i vostri aguzzini potranno continuare a taglieggiarvi comodamente dal carcere.

La verità è questa. Poi ci sono tutti i bei discorsi del politico di turno sullo sviluppo sulla prosperità e sulla ripresa economica.

Non prendeteci per il culo.

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