domenica 23 marzo 2014

Lettera ad un grillino mai nato

Eppure non riesco a capire come sia potuto accadere. Credevi nella politica come azione e partecipazione alla gestione di una vita associata senza tecnicismi o personalismi. Disprezzavi i politici di mestiere. Ricercavi il bene comune. Non sopportavi i soprusi quotidiani e le ingiustizie di una società regolata dall’avidità e dall’egoismo di pochi.

Eppure riesco a vederti in un universo parallelo mentre partecipi ai Meetup, segui il lavoro dei “Cittadini a Cinque Stelle”, t’indigni per l’opinione che altri hanno del tuo movimento, condividi sui social network status consolatori e autoreferenziali e dai confidenza solo agli attivisti fedeli alla medesima causa di emancipazione politica. Non so cosa sia andato storto, davvero. Eppure sono certo che tu, caro me grillino, non nascerai mai.

Ho sempre avuto fortissimi dubbi nei confronti del Grillo politico e dei suoi sodali anche in tempi non sospetti, quando cioè dubitare di Grillo non era di moda e anzi era visto come un pericoloso atteggiamento reazionario da quella che fu la mia area di riferimento. A quei tempi si pensava ancora che Grillo potesse essere inglobato nella sinistra “istituzionale”: rappresentava già allora un  possibile collettore di voti e un catalizzatore della rabbia legittima e non rappresentata di ampie fasce di cittadini ed era un’occasione troppo allettante per essere sprecata. Non mi piaceva il Grillo “messia” che urlava contro l’establishment in comizi camuffati da spettacoli teatrali. Non sopportavo che delle buone idee fossero mescolate in maniera superficiale e sensazionalistica, condite di complottismi e speziate infine di un qualunquismo più o meno colpevole per raggiungere un numero sufficiente di fedeli sostenitori, devoti all’idea grillina e talebani della causa a Cinque Stelle tali da creare un partito politico mascherato da movimento. La consideravo una mossa furba e sottile, un modo per fare man bassa di facili consensi duepuntozero usando come grimaldello tanti nobili e condivisibili ideali.

Caro me, grillino mai nato, come ben sai la mia insofferenza si è esasperata quando il vostro movimento d’opinione è diventato partito raccogliendo consensi trasversali attraverso il marketing dell’esasperazione e l’entusiasmo della novità postideologica e paraqualunquista. Il liberatorio vaffanculo iniziale è diventato manifesto politico e il vostro (bellissimo) programma un calderone di buoni propositi dove si rimestavano concetti e idee provenienti dalle ideologie più varie in nome di indistinte “cose giuste”. Senza tenere conto dell’ambiguità di un simile termine, di come sia possibile oggettivare il concetto di “giusto” e per chi una determinata cosa sia giusta o meno e in che misura. Non siete un partito di sinistra, lo so, e capisco che certe vostre posizioni – anche incongrue e incoerenti con altre vostre scelte –  siano dettate da quell’agglomerato ideologico talvolta confuso che compone il vostro movimento. E mi spiace se non riesco a seguirvi, legato come sono ad una visione progressista e socialdemocratica della società rinvigorita da una idea libertaria di fondo.

Il Movimento Cinque Stelle ha esasperato le chiacchiere da bar elevandole ad apparecchio politico, ignorando – facendo finta di ignorare – che a livello “democratico” non possono esistere soluzioni semplici a problemi complicati. Già Berlusconi nei suoi venti anni di regno aveva fatto qualcosa di simile trasferendo la volgarità, il qualunquismo e le astuzie da cummenda nell’agone politico: Grillo ha preferito puntare sulla rabbia dei tanti invece che sulla classe sociale, raccogliendo in tal modo consensi provenienti da ogni categoria della fiera umana possibile e immaginabile. Dal professore allo studente. Dall’operaio al professionista. Dalla casalinga all’ingegnere aerospaziale. Tutti arrabbiati, tutti incazzati. Quasi tutti onesti e animati da magnifiche intenzioni. Molti di loro digiuni di politica, alcuni di loro con insufficiente capacità critica e pronti a confidare solo nella religione del blog grillino, unica fonte attendibile di informazioni contro i pennivendoli venduti e i giornalisti della esecrabile Ca$ta plutocratico-massonica. È facile raccogliere consensi in questo modo: parlo del favore di pancia, non del favore legittimo e incoraggiante acquistato da una maggiore consapevolezza politica. Non mi piace questo modo di fare politica. E non mi piace perché alla lunga logora il Paese e, cosa più importante, in mancanza di risultati prima illudi e poi deludi le persone abbandonandole in un buco nero senza speranze concrete.

Come Berlusconi nei suoi venti anni di regno ha legittimato il fascismo, inoltre, allo stesso modo Grillo ha legittimato gli imbecilli e gli arroganti. Li ha fatti diventare forza politica. Ha dato loro in mano uno strumento e una illusione della quale non sanno cogliere la complessità. E soprattutto, che non sanno usare. Bianco o nero. Amico o nemico. GGente o Ca$ta. Persone che non si sono mai interessate di politica e di economia e adesso pontificano come i migliori premi Nobel: sbagliando, com’è ovvio, e come accade a chi legge il mondo con la superficialità dettata dalla fretta di recuperare il tempo perduto.

Con questo non intendo dire, ovviamemente, che il Movimento Cinque Stelle sia composto da imbecilli. Voglio dire semplicemente che la percentuale di imbecilli di cui è composto ciascun partito, setta, religione, condominio o squadra di calcetto che dir si voglia nel caso del Movimento Cinque Stelle si sente legittimata ad agire secondo il modo che gli è proprio perché vede che l'arroganza, la violenza verbale e le volgarità vengono tollerate all'interno del Movimento di cui fanno parte e magari ufficiosamente incoraggiate.

C’è del buono tra i grillini, certo. Ci sono belle persone oneste e animate da buoni propositi che credono nella politica come attivismo, vero. Ma c’è anche tanto marcio in questo movimento: l’arroganza dell’ultimo arrivato, la violenza dell’ultrà che difende la propria squadra al di là di ogni logica. Prepotenti dilettanti. Grilletti di una pistola carica che stanno facendo di tutto per fare sparare salvo poi, candidamente, mostrare le mani come se fossero monde da ogni colpa. E se qualcuno desidera muovere alcune contraddizioni alla prassi del Movimento cercate di portare il discorso verso i vostri mantra rassicuranti o, di contro, vi coprite del mantello del vittimismo e lo insultate indignati cercando di nascondere il terrificante vuoto ideologico che sta dietro il pensiero del vostro Capo Supremo, depositario del Pensiero Unico e Leader Massimo, Padrone del teatrino delle marionette nel quale vi permette di muovervi pensando di essere liberi dai condizionamenti della politica della Ca$ta. Ma senza mostrare troppa indipendenza, veh, che poi il giocattolo si rompe.

Non contesto caro me, grillino mai nato, il fatto che voi diciate di essere diversi dagli altri. Contesto il fatto che voi siate troppo simili agli altri perché io vi possa chiamare diversi: simili nella pratica quotidiana al di là di occasionali per quanto notevoli differenze. Partito irreggimentato, soldatini sostituibili senza troppi pensieri, squadroni in marcia alla conquista di un potere fetido e putrefatto per la maggior gloria del vostro capo. Ecco perché, caro me grillino, non vedrai mai la luce nel mio mondo.