sabato 31 agosto 2013

Scrittori per finta

I social network in generale portano gli "scrittori" FB a credere che basti qualche like degli amici per consacrarsi come nuovo fenomeno letterario. Credono che per essere uno "scrittore" basti una frasetta spiattellata sul proprio aggiornamento di stato o una nota ridicola, magari in un italiano stentato, una metafora banale da quattro soldi o una rima scontata. 

Credono, quando invece appaiono drammaticamente patetici. Ovviamente di tutto questo loro non si accorgono perché leggono poco e male e non cercano il confronto con quella che dovrebbe essere la "grande letteratura" di tutti i tempi. Credono che l'unica forma di scrittura possibile sia quella di getto, immediata e rinnegano ogni altra forma possibile che non sia la propria: ignorano, insomma, che per scrivere un testo valido e ancor più una poesia è necessaria la disciplina della scrittura e la perfetta padronanza degli strumenti linguistici oltre che, com'è ovvio, la capacità di raccontare e di creare immagini con le parole. 

Ecco che male fanno gli scrittori da social network: sviliscono e degradano il valore della letteratura, masticano e riducono in poltiglia la meravigliosa complessità di una lingua che permette di narrare, descrivere e dipingere le innumerevoli sfumature della nostra realtà in nome di una "naturalezza" o di un "impeto poetico" che in realtà è solo il sintomo d'ignoranza arrogante e mediocrità.

mercoledì 7 agosto 2013

Il mio fruttivendolo non mi chiede un miliardo di melanzane